Dal 1 ottobre i movimenti per il diritto all’abitare hanno allestito una tendopoli ai piedi del Campidoglio, dopo una settimana di mobilitazione contro la proposta di delibera n. 84 del 12 settembre 2012 sull’alienazione del patrimonio del comune di Roma. Un’operazione che dovrebbe servire a risanare i buchi di un bilancio non ancora approvato, dopo il tentativo fallito di ricavare 220 milioni di euro dalla vendita del 21% delle quote di Acea.
La nuova mossa della giunta Alemanno si inserisce nella cornice del Decreto sviluppo varato dal governo Monti lo scorso giugno, che definisce ulteriori tagli alla spesa e dismissioni del patrimonio pubblico. La Cassa depositi e prestiti gestirà il Fondo in cui confluiranno beni e aree, provvedendo alla valorizzazione e alla vendita sul mercato, mentre gli enti locali riceveranno una quota di partecipazione che dovrà essere usata per la riduzione del debito e che nel caso di Roma corrisponde al 25% dei 230 milioni di euro stimati dalla futura valorizzazione.
Un meccanismo inaccettabile che consegna nelle mani delle banche e della speculazione beni e aree pubbliche che potrebbero essere utilizzati per dare risposte immediate ai tanti bisogni sociali che emergono con l’aggravarsi della crisi e la cancellazione del welfare. A partire dalla casa, che da bene d’uso è diventato un bene di scambio, uno strumento finanziario in mano al mercato, mentre i dati parlano di una situazione esplosiva sul fronte della precarietà abitativa, con decine di migliaia di persone a rischio di sfratto, di sgombero e di pignoramento.
Oggi anche a Roma parte la campagna “Stop sfratti, sgomberi e pignoramenti. Fermiamo il consumo di suolo e la vendita del patrimonio pubblico” lanciata dalla rete Abitare nella crisi, che si articolerà in una serie di iniziative sui territori e che il 20 ottobre vedrà una scadenza nazionale per riportare con forza il diritto all’abitare nell’agenda di governo. Per rompere questo iter che premia la rendita immobiliare, rafforza le banche e gli enti privatizzati, affonda l’edilizia residenziale pubblica, precarizza milioni di vite, comprese quelle dei più giovani costretti a vivere con i genitori.
Un percorso indipendente di conflitto e di riappropriazione che vuole riaprire la questione casa in Italia e arrivare ad una moratoria generalizzata degli sfratti, degli sgomberi e dei pignoramenti; alla tutela degli inquilini interessati dalle dismissioni degli enti privatizzati, degli istituti bancari e assicurativi, dei Fondi pensione, degli enti locali; a un piano di rilancio dell’edilizia residenziale pubblica; a un finanziamento pubblico orientato verso l’autorecupero, il riuso del costruito e dell’invenduto, contro ogni ulteriore consumo di suolo.
Oggi torniamo in Campidoglio per fermare l’approvazione della delibera n.84 e con la volontà di rompere eventuali divieti di manifestare su quella piazza.
L’appuntamento per tutt* è alle ore 15 alla tendopoli di piazza Madonna di Loreto
No alla vendita del patrimonio pubblico, al cemento, alle grandi opere.
Riutilizziamo il costruito!! Casa e reddito per tutt*!!
Movimenti per il diritto all’abitare