COSENZA: LA CASA È UN DIRITTO, LE DENUNCE NON CI FERMERANNO!

Dopo lo sgombero dell’occupazione (multietnica) dell’ex ufficio di collocamento del 4 giugno scorso, arrivano decine di denunce che cercano di intimorire chi in questa città si organizza dal basso per riappropriarsi dei diritti negati da decenni di politica corrotta, parolaia e strumentale agli interessi delle lobby di potere che a Cosenza, come nel resto d’Italia, disegnano un quadro a tinte fosche fatto di interessi (di pochi) e compromessi (tanti) a scapito dei più.

Denunce che hanno colpito, oltre a chi rivendicava il diritto alla casa, anche chi si trovava nel palazzo occupato solo per portare la propria solidarietà, innescando un meccanismo perverso per cui essere solidali è reato.

Mentre speculare sulle nostre vite, sul nostro futuro e sulla nostra terra è legittimo. Come è legittimo ignorare la richiesta di diritti che sempre più riecheggia, da Terzigno a Brescia, dalla Val di Susa allo Stretto. E la risposta dello Stato è sempre uguale: repressione e criminalizzazione delle lotte sociali.

In sintesi tutto ciò a cui lo Stato non vuole dare risposta diventa reato o, comunque, oggetto di denuncia.

Tutto questo mentre governo nazionale e regionale sull’emergenza abitativa e sulla crisi occupazionale del settore edile hanno confezionato un Piano Casa che altro non è che l’ennesimo condono per gli abusivismi esistenti e la possibilità di ampliare le volumetrie degli immobili privati, residenziali e commerciali, fino al 20% imponendoci l’ennesima colata di cemento. Mentre invece basterebbe avviare una politica seria di recupero dell’esistente, nei centri storici e nelle periferie ad esempio, per risolvere l’emergenza abitativa.

Un Piano Casa che sfrutta e cancella al tempo stesso l’emergenza abitativa perché di edilizia residenziale pubblica non parla se non nella raccomandazione alle Aterp di impiantare pannelli solari nelle nuove costruzioni.

E sul palazzo sgomberato spunta il cartello Vendesi! per permettere alla BNP Paribas di continuare a speculare tranquillamente su una proprietà pubblica facendo lievitare il mercato virtuale del mattone e creando il meccanismo perverso per cui più si produce un bene più il diritto legato a quel bene viene compresso. Basti pensare che in Italia esistono già circa 20 milioni di stanze vuote, solo in Calabria sono 800.000 e Cosenza conta palazzi vuoti per circa 20.000 stanze disponibili.

In agosto è finalmente uscita una graduatoria dell’ Aterp in cui, dulcis in fundo, è aggiunto un “nota bene” che recita: “l’Aterp non dispone di case da assegnare ne di fondi per costruire nuovi alloggi”…

E la legge regionale continua a vincolare l’accesso ai bandi per i migranti previa residenza e contratto di lavoro regolare da almeno cinque anni, ignorando che i migranti pagano residenze fittizie e vengono sfruttati a nero in tutti i settori produttivi come, del resto, anche molti italiani.

Questi elementi ci impongono una riflessione seria sul come auto-organizzarsi per assicurarsi i diritti in questa nazione visto che ne la politica ne le istituzioni, intendono lavorare in una direzione che parli la lingua della giustizia sociale e dei diritti.

Noi non resteremo ad aspettare che qualcuno si svegli e si ricordi quali sono le funzioni di uno stato e delle sue istituzioni.

Ci riapproprieremo nuovamente del diritto alla casa e le denunce non serviranno a fermarci.

PRENDOCASA RESISTE!

Cosenza, 11 novembre ’10