L’EMERGENZA CASA ARRIVA IN PROVINCIA

Ad Alessandria 500 in piazza contro lo sfratto di 15 famiglie. E domani il picchetto.

Liberazione, 29 settembre 2010

Roma ovviamente, ma anche Alessandria e Bologna. E’ questa la “mappa della crisi abitativa” della settimana in corso. Una mappa che disegna un paese alle prese con una vera emergenza che ha abbandonato i confini metropolitani ed è ormai sbarcata anche in provincia.

«Non scherzate con il fuoco. Diritto alla casa per tutti». Dietro questo striscione, lunedì sera, oltre cinquecento persone hanno sfilato per le vie di Alessandria per una fiaccolata lanciata dalla Rete Sociale per la Casa. Cinquecento persone non sono mai uno scherzo. Se poi questo numero viene rapportato alla popolazione di Alessandria e considerando che stiamo parlando di una delle province più ricche d’Italia, possiamo facilmente comprendere lo spettro di questa crisi.

Il corteo è partito intorno alle 21 dalla palazzina di via Carlo Alberto 14 per denunciare l’incredibile situazione in cui si trovano le 15 famiglie che vi abitano: domani mattina per tutte loro è prevista l’esecuzione dell’ordinanza di sfratto. E’ accaduto che dopo diversi esposti degli abitanti per le gravi disfunzioni strutturali della palazzina, il Comune di Alessandria, nel marzo scorso, ha emanato un’ordinanza nei confronti della proprietà perché provvedesse alla messa in sicurezza dell’immobile. Ma anziché adempiere all’obbligo, dietro la scusa della non agibilità dell’edificio, la proprietà ha richiesto lo sfratto per gli inquilini al fine di portare a termine i lavori. «Questa storia – commenta Guido Barberis, consigliere comunale di Rifondazione Comunista – ha dell’assurdo. Diverse volte, con interpellanze, ho chiesto all’Amministrazione di farsi carico della situazione: in primis, controllando lo stato dei lavori della palazzina in realtà mai iniziati; quindi, chiedendo al Comune di farsi carico di una soluzione abitativa alternativa per gli inquilini soprattutto considerando la grave emergenza casa che affligge Alessandria e che vede centinaia di famiglie sotto sfratto».

Ma torniamo al corteo. Dopo aver attraversato il cavalcavia che separa il quartiere Cristo dal centro, la fiaccolata è entrata nel cuore della città per raggiungere Palazzo Rosso, sede del Comune di Alessandria, dove era riunito il Consiglio. «Con la manifestazione di lunedì – ci spiegano dalla Rete Sociale per la Casa – abbiamo portato alla luce il dramma abitativo di Alessandria che toccherà il proprio apice domani mattina con lo sfratto di 15 famiglie in un colpo solo». Contro questa “macelleria sociale” è già in programma la resistenza della Rete che, dall’alba, sarà in picchetto per bloccare lo sfratto.

Mentre Alessandria era in movimento per il diritto alla casa, a Roma si chiudeva l’incontro tra la delegazione cittadina della rete Abitare nella Crisi e l’assessore alla Casa del Comune Alfredo Antoniozzi. Sono oltre 42 mila le famiglie in attesa di alloggio popolare; tante altre sono alle prese con uno sfratto o con le cartolarizzazioni.

Al centro della discussione, la moratoria degli sfratti ma anche della vendita (a terzi e non agli attuali inquilini) del patrimonio degli enti. La richiesta dei movimenti per la casa è quella di un provvedimento generalizzato «che includa il blocco delle dismissioni, la sanatoria per gli inquilini senza titolo degli enti e il blocco generalizzato degli sfratti per morosità». Tutto ciò è reso ancor più grave «dalle pochissime case popolari consegnate, dall’assenza di finanziamenti e dalla paralisi della graduatoria per l’assegnazione delle case popolari».

Ma chi pensa che questo sia un problema tipicamente romano si sbaglia di grosso. Non è un caso che sabato mattina (ore 10) a Bologna, presso la sala dell’ex consiglio regionale in via Silvani 6, si terrà un’assemblea nazionale alla quale interverranno gli on. Sergio Piffari (Idv) e Carmen Motta (Pd) che, a luglio, hanno presentato alla Camera due mozioni sulla moratoria. Con loro l’assessore alle Attività produttive dell’Emilia Romagna Gian Carlo Muzzarelli, l’ex assessore alla Casa del Lazio Mario Di Carlo e l’ex assessore alla Casa del comune di Bologna Milena Naldi. Perché Bologna e l’Emilia Romagna per questo tipo di assemblea? La risposta è nei freddi numeri: nel 2009 le richieste di sfratto sono state 680 nel capoluogo, di cui l’89% per morosità, e oltre 7mila nella regione con un incremento del 25% rispetto al 2008. «Questa è la prova – spiegano dal sindacato degli inquilini dell’Unionesindacale di Base – che la forte crisi economica sta manifestando i propri effetti devastanti in particolare nelle città del nord, anche in quelle della più “tranquilla” provincia».

D.N.