UNA VITA SENZA CASA E’ COME UN CIELO SENZA STELLE…

Questa lettera non è scritta da
qualcuno ma è scritta da molti, da molte mani e da molte teste, da
molti cuori e da molti corpi, che in questi anni hanno animato le
lotte per il diritto all’abitare contro la rendita e per il reddito
garantito.

 

È scritta da chi ogni mattina si alza
e va a lavorare, senza un contratto o con un contratto precario, da
chi sale sulla sua macchina a rate, e sogna una casa, e si ripete
sempre la stessa frase…”
NUN
SE PO’ FA’
”. E lo dice
perché, col suo bel contratto o col suo bel lavoro al nero, un mutuo
non glielo danno, anche se disposto ad “ipotecare” il proprio
futuro indebitandosi irrimediabilmente con la banca di turno.

 

Questa lettera è scritta da chi apre
la mattina il negozio di qualcun’altra e che sogna di poter tornare a
casa sua la sera e stare sola e mettere la sua musica con i piedi
sulla sedia e il sedere sul divano, sul divano di casa sua, ma la
frase che ascolta ogni volta che si siede di fronte al direttore di
una banca è “
NUN SE PO’
FA’
”.

 

Questa lettera è scritta anche da chi
sono anni che ha il posto fisso o lavora in mezzo ai “fannulloni”,
però col suo stipendiuccio si e no ci paga il mutuo e forse ci
arriva a fine mese.

 

Questa è anche la lettera di chi da
anni aspetta un alloggio popolare e che alle prese con uno sfratto
esecutivo per morosità chiede un rinvio e si sente ripetere “
NUN
SE PO’ FA’
”.

 

Questa lettera la scrive chi viene da
lontano, lavora l’intera giornata e tutte le sere torna per
dormire in uno spazio che gli costa 300 Euro al mese. Quando prova a
chiedere al padrone di casa di abbassare l’affitto si sente
rispondere “
NUN SE PO’
FA’
”.

 

Infine questa lettera la scrive chi
viene in questa città per studiare e con un sogno nel cassetto, e si
trova ammucchiato in case in affitto spesso al nero. Il canone lo
paga con soldi guadagnati lavorando sempre al nero in un locale la
sera, e quando chiede al proprietario un contratto riceve in risposta
un sospiro e la classica risposta “
NUN
SE PO’ FA’
”.

 

In questa nostra città, dove lo
scempio urbanistico è profondo, dove si è regalato molto alla
rendita immobiliare, si sono vendute migliaia di case popolari, si
sono accesi mutui insolvibili, si sono sfrattate migliaia di persone,
si sono dismessi ingenti patrimoni immobiliari degli enti, si è
precarizzato il lavoro, si è incentivato l’acquisto e il consumo
di suolo, esiste una voce chiara, ostinata e contraria a tutto questo
ed è la voce dei movimenti per il diritto all’abitare. Una voce
che si oppone, che recupera spazi abbandonati pubblici e privati
garantendosi un tetto e riacquistando una parte di reddito.

 

Chi scrive lo ha fatto ancora. Ha
censito e sta presidiando un edificio di 5 piani vuoto da tempo di
proprietà della BNL-Paribas, una delle maggiori banche europee
responsabili della crisi che tutti e tutte stiamo attraversando. Ci
stiamo riprendendo una parte di ciò che ci spetta e lo stiamo
sottraendo alla speculazione immobiliare e alla rendita parassitaria.

 

Cosa vogliamo ?

Un piano straordinario di case
pubbliche, popolari e di qualità; il recupero di tutte le aree
dismesse e di edifici come le caserme; un blocco generalizzato degli
sfratti per morosità e degli sgomberi; una moratoria sui mutui per
chi rischia l’insolvenza; la requisizione degli edifici non
utilizzati appartenenti a grandi proprietà e alle banche; una
graduatoria che tenga conto delle nuove figure sociali precarie e
tuteli il diritto dei singoli ad avere un alloggio.

 

ASSEMBLEA
PUBBLICA

18
DICEMBRE 2009 ORE 17.30 VIA VOLTURNO 37

Presidio
permanente contro la rendita e le banche – viale del Policlinico
137/143