DIRITTO ALLA CASA, CENTINAIA IN MOVIMENTO IN TUTTA ITALIA

Liberazione

Cortei
nelle città. A Roma tensioni con la polizia

di
Daniele Nalbone

Sfratti?
Sgomberi? Espulsioni? Divieti? Tagli? Licenziamenti? Mò Basta!
Questo il messaggio “alla romana” proveniente dai movimenti di
lotta che ieri hanno manifestato in tutta Italia in occasione della
giornata nazionale contro gli sfratti e gli sgomberi. Ma a fine
giornata repressione è stata comunque. Sono da poco trascorse le 18
quando in una piazza Vittorio piena di manifestanti e forze
dell’ordine in tenuta antisommossa arriva la notizia che la
Prefettura ha non solo detto di no all’incontro con i portavoce dei
movimenti di lotta per la casa, ma addirittura ritirato
l’autorizzazione per il corteo che stava per muoversi alla volta di
piazza Santi Apostoli. A scatenare le ire del prefetto Pecoraro è
stata l’occupazione che, poco dopo le 10 di mattina, un centinaio di
attivisti del Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa e dei
Blocchi Precari Metropolitani ha messo in atto in uno stabile
inutilizzato in via del Policlinico 137, a poche decine di metri
dalla redazione di
Liberazione
e dalla sede di Rifondazione Comunista.

Per
tutta la giornata di ieri l’edificio che ospitava il Cnr, oggi di
proprietà della Bnl, si è trasformato nel “quartier generale”
della protesta romana.
«Si
tratta di uno delle migliaia di luoghi abbandonati al degrado e alla
rendita
»
hanno spiegato gli occupanti
«mentre
oltre 40mila persone attendono risposte che non arriveranno dal Piano
casa del Comune di Roma». Con questa azione «il movimento per la
casa ha dimostrato di non farsi intimidire dalle politiche repressive
di Alemanno» ha commentato Alfio Nicotra, responsabile politico del
Prc Roma. Come in tutte le altre città, le uniche risposte
provenienti dalle amministrazioni locali consistono nella vendita del
patrimonio residenziale pubblico, nell’avvio di un piano di “housing
sociale” e nella liberalizzazione delle procedure edilizie. Così,
alla fine, circondati dalle forze dell’ordine i movimenti di lotta
romani hanno sciolto il concentramento di piazza Vittorio per
muoversi, alla spicciolata, verso la Prefettura. Mentre
Liberazione
va in stampa attivisti e militanti sono ancora in marcia alla volta
di piazza Santi Apostoli, in un clima teso e con un’aria di
repressione che non promette niente di buono.

Eppure
in tutta Italia la giornata è stata un vero successo. A muoversi per
prima è stata Napoli con un corteo mattutino di circa persone
partito da piazzetta Materdei e aperto dallo striscione “Resistenza
contro la zero tolleranza”. A Firenze, Bologna e Torino ci sono
stati presidi sotto le prefetture e le regioni, in cui si è chiesto
ai Prefetti il blocco generalizzato degli sfratti e degli sgomberi,
un vero piano abitativo con case popolari e il rilancio dell’edilizia
residenziale pubblica. In diverse città dell’Emilia Romagna
(Ferrara, Modena, Piacenza) sono stati invece effettuati volantinaggi
per mobilitare la popolazione e denunciare l’assenza di politiche
abitative degne di questo nome mentre oggi è in programma, a Parma,
un presidio organizzato dalla Società di Riappropriazione Urbana
sotto la Prefettura (ore 10).

La mobilitazione
milanese, culminata anche questa ieri pomeriggio con un presidio
sotto la Prefettura, in corso Monforte, è invece iniziata la sera di
giovedì con un sit in, trasformato in un’asta pubblica, in piazza
della Scala. Obiettivo: denunciare e “sanzionare” il Comune di
Milano che ha inserito la cascina occupata “Torchiera” nel piano
di dismissione relativo a 67 edifici di proprietà comunale. «Non
siamo uno spazio in disuso ma una realtà viva di sperimentazione e
di espressione, una fabbrica di sogni che da 17 anni agisce
all’interno della Cascina». Di «atto politico miope e detestabile»
ha parlato Luciano Muhlbauer, capogruppo del Prc in regione Lombardia
«non solo in quanto volto a riproporre lo stucchevole cliché della
guerra del Comune contro i centri sociali, ma perché rappresenta la
rinuncia, in nome delle speculazioni marcate “Expo 2015”, a
salvaguardare e riqualificare una cascina del XIV secolo, mantenuta
in vita solo grazie all’impegno dei ragazzi e delle ragazze che lo
hanno occupato».

Purtroppo
a fine giornata ci ha pensato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e
il prefetto Giuseppe Pecoraro a mostrare il volto repressivo del
governo. Evidentemente entrambi non hanno gradito la prova di forza
di ieri mattina del Coordinamento e del Bpm. Rifiutare l’incontro e
impedire il corteo è stata, per loro, l’unica mossa possibile per
non veder sovvertita la gerarchia di forza in città.