Terra,
9/01/2010
Di
Ylenia Sina
Dopo un Natale di
lotta è arrivato il momento del confronto. Lunedì 11 gennaio a Roma
(ore 16.30) è in programma un’assemblea pubblica alla quale i
movimenti di lotta per il diritto all’abitare chiamano a raccolta
tutte le realtà politiche e sociali della città. Luogo
dell’incontro: Tendopoliz, il presidio istituito il 23 dicembre
scorso, subito dopo aver occupato i gruppi consiliari capitolini, dai
Blocchi Precari Metropolitani, Asia RdB, il Coordinamento Cittadino e
il Comitato obiettivo casa, proprio davanti alla sede
dell’assessorato alla Casa su Lungotevere de’ Cenci.
Occasione
dell’appuntamento,
la conferenza dei capigruppo comunali che si riuniranno per la
calendarizzazione della discussione sul Piano Casa e decideranno, se
e quando, concedere il consiglio straordinario sull’emergenza
abitativa richiesto dai movimenti.
«Esprimiamo
tutte le nostre perplessità verso il piano casa del sindaco
Alemanno» spiegano i Movimenti per il diritto all’abitare «che
cancella definitivamente il ruolo pubblico nelle politiche abitative
e non propone alcuna soluzione per risolvere l’emergenza».
Lunedì,
accanto alle famiglie di Tendopoliz, saranno presenti anche quei
nuclei in emergenza abitativa che, il 4 dicembre, giornata nazionale
contro gli sfratti e gli sgomberi, hanno iniziato un presidio
permanente contro le banche e la crisi davanti a due edifici vuoti di
proprietà della Bnp/Paribas e di Unicredit in via del Policlinico
137/143. «Questi palazzi» spiegano i Movimenti «potrebbero essere
utilizzati per affrontare la drammatica emergenza abitativa romana».
Così, a sostegno di
quanti hanno passato le feste natalizie al freddo, con solo un gazebo
e qualche tenda da campeggio per ripararsi dalla pioggia, i Movimenti
lanciano un appello a tutte quelle realtà «impegnate per un disegno
della città incentrato sul recupero e sul riuso più che su nuove
cementificazioni. Riteniamo infatti» concludono «che le numerose
resistenze contro la crisi, i licenziamenti, gli sfratti e il caro
affitti devono unirsi e manifestare insieme un forte dissenso
all’inadeguatezza delle soluzioni proposte dalle amministrazioni e
dal governo per affrontare la precarietà abitativa e di reddito».