Ogni giorno a Roma centinaia di persone aspettano, cariche di ansia e di rabbia, la visita di un ufficiale giudiziario chiamato ad eseguire l’ennesimo sfratto o pignoramento.
Nello stesso momento decine di migliaia di inquilini degli enti pubblici o privatizzati sentono che il mondo, all’improvviso, sta per crollargli addosso perché la casa in cui vivono viene venduta a prezzi di mercato e non possono comprarla, oppure perché il prezzo della loro “pigione” da un momento all’altro viene raddoppiato o triplicato.
Altre centinaia di migliaia di persone sono costrette, fra mille acrobazie, ad andare avanti sopravvivendo in situazioni di coabitazione forzata, o in situazioni di vera e propria emergenza: in case che non sono case o nelle baraccopoli del 2000 che sorgono un po’ ovunque, nelle pieghe o ai margini dei nostri quartieri.
Sono i figli, di tutte le età e di tanti paesi diversi, delle politiche di austerità, dell’aumento dei prezzi e delle tariffe, dei tagli e dei licenziamenti, della vendita del patrimonio pubblico e delle speculazioni: della precarietà che ruba, in un colpo solo, presente e futuro di generazioni diverse.
Figli di una crisi che non è loro, che non hanno generato, ma che stanno integralmente pagando.
Una crisi che non stanno certamente pagando gli strapagati manager della finanza o delle banche che continuano come vampiri a succhiare il nostro sangue. Ne i “sempreverdi” signori del mattone che hanno devastato e continuano a saccheggiare la nostra città per costruire ovunque centri commerciali e case dai prezzi irraggiungibili che nessuno riesce più a comprare. Come del resto non la sta pagando una classe politica corrotta e del tutto subalterna a questi interessi che ora cerca di cambiare look per non cambiare niente.
Oggi però, non è un giorno qualunque, perché chi fino adesso ha pagato tutto ha deciso di voltare pagina, di non essere più spettatore e di cambiare. Cambiare veramente, insieme ad altri partendo da se, dalla condizione di chi non ce la fa veramente più ad arrivare alla fine del mese.
Oggi abbiamo dato vita a manifestazioni ed iniziative diffuse nella città. Soprattutto abbiamo occupato contemporaneamente 10 palazzi e strutture. Più di 1000 nuclei familiari, circa 3000 persone fra single e famiglie, hanno non solo un tetto sulla testa ma case vere, sottratte alla rendita, in cui abitare, da difendere.
Se tutto questo non sarà sufficiente a far cambiare idea e programmi alla “trasversale cupola” che governa la città ed il paese CONSIDERATE CHE SIAMO SOLO ALL’INIZIO!
Movimenti per il diritto all’abitare