Le questioni sollevate questa mattina dai movimenti nell’incontro con il ministro Matteoli e il sottosegretario Mantovano, scaturito dalla mobilitazione di venerdì 21 gennaio sotto il ministero delle infrastrutture, hanno avuto come elementi centrali il tema degli sfratti per morosità, la dismissione selvaggia degli enti privatizzati, le risorse pubbliche finalizzate all’edilizia residenziale pubblica.
I movimenti hanno messo l’accento sulla necessità di una moratoria degli sfratti, compresi quelli per morosità incolpevole causata dai continui aumenti dell’affitto, e hanno sottolineata la drammatica realtà romana che rischia di essere travolta da sfratti, sgomberi, dismissioni, insolvenze nei mutui.
Il ministro ha dato la sensazione di aver compreso la complessa e grave situazione romana e dopo aver messo in evidenza che l’emergenza abitativa sta colpendo anche i piccoli comuni oltre che i grandi centri urbani, si è reso disponibile ad interpellare gli uffici legali per studiare i possibili interventi in termini di moratoria e di controllo sugli sfratti e sulle dismissioni.
Sulle risorse, insieme al sottosegretario Mantovani, ha spiegato che l’impegno per incrementare gli interventi è allo studio e domani, giovedì 27 gennaio, incontreranno la governatrice del Lazio Polverini. In questo appuntamento il ministro si è impegnato a rappresentare l’insoddisfazione dei movimenti, che la Regione peraltro conosce bene, verso politiche abitative annunciate ma mai partite. Questo vale per la Polverini come per Alemanno.
Infine, dopo aver chiesto una nota scritta sulle nostre richieste, Matteoli ha incaricato il sottosegretario Mantovani di lavorare alla costruzione di un tavolo comune tra governo, enti locali e prefettura.
Il giudizio complessivo sull’incontro è positivo. È chiaro che è solo l’inizio di un’interlocuzione e saranno i fatti concreti a darci il quadro reale di un presente oggi molto fosco. Un presente che se rimane tale costringerà i movimenti ad una maggiore pressione nei confronti di chi amministra l’emergenza attuale con strumenti decisamente inadeguati. Nessuno può più sopportare che le politiche abitative pubbliche rimangano nello stato in cui sono.
Movimenti per il diritto all’abitare