(Parma) Occupazioni contro gli sfratti

Oggi come rete diritti in casa di Parma siamo entrati verso le 17.30 al Duc con singoli e famiglie in strada o sotto sfratto,li abbiam dato vita a un presidio che è andato oltre all’orario di chiusura chiedendo che qualche assessore venisse a parlare con le famiglie…ovviamente non c’è stata risposta,anzi,la risposta è arrivata verso le 19,30 con la polizia che è venuta a sgomberarci a forza…chiediamo case arriva la polizia…saranno quasi 500 gli sfratti esecutivi nel 2011 li affronteranno tutti come questione di ordine pubblico?Non ci stiamo e non ci stanno le famiglie e i singoli che da mesi non hanno risposte ,insieme,italiani ed immigrati ci riprenderemo quello che ci spetta..usciti dal Duc la protesta si è spostata davanti al Regio e non si fermerà qui.

riporto sotto il volantino distribuito:

Per molte persone avere un contratto di lavoro è un requisito necessario per accedere ai bandi per le case popolari e per le case a canone “sociale”, come Parmabitare e Casadesso. Un requisito che sembra banale è invece un grosso problema, il lavoro reso sempre più precario, non solo per ‘i giovani’, e la crisi che in questi mesi ha portato a centinaia di licenziamenti e cassa integrazione, fanno si che sempre più persone si trovino per la prima volta in difficoltà economica, in condizione di scegliere se mangiare e dar da mangiare alle loro famiglie o pagare l’affitto. Di fronte a questa realtà sempre più persone per la prima volta si affacciano ai servizi sociali per un problema abitativo. Servizi sociali che, paralizzati già da tempo su tematiche così scottanti, sono resi del tutto impotenti davanti a queste situazioni. Resi impotenti proprio dalle politiche dell’amministrazione locale che per anni non ha investito nella costruzione di case popolari, non ha investito nel recupero di vecchi alloggi di edilizia pubblica (decine di questi sono chiusi ormai perché necessitano di una sistemata e sono così sottratti all’assegnazione). Le politiche abitative del Comune di Parma sono tutte puntate su progetti come Parmabitare e Casadesso, dove un affitto varia dai 300 ai 500 euro al mese, prezzi paragonabili al libero mercato, e dove in più è richiesto di prelevare direttamente il canone dalla busta paga. Molte famiglie in stati di necessità non possono accettare quest’ultima condizione perché troppo rischiosa. Anche l’edilizia convenzionata non risolve il problema, dove trovare i soldi per comprare casa o contrarre il mutuo in condizioni di lavoro precario o assente?
Il Comune di Parma però concede largamente permessi edilizi, case sorgono come funghi in ogni dove, consumando ettari di suolo senza restituire niente in cambio. All’inizio sembrava che la motivazione fosse che con l’aumentare del numero delle case sarebbero scesi i prezzi, ma non solo questo pronostico di mercato non si è avverato ma anche il numero di case vuote e invendute è salito a dismisura. Il mercato non segue leggi di mercato se non quelle che interessano a speculatori e palazzinari, e i prezzi delle case non si abbassano.
Siamo qui oggi per chiedere una risposta alle nostre domande, una risposta nuova e efficace ad un bisogno primario come quello dell’abitazione, una risposta a tutti quelli, e sono molti e il numero cresce ogni giorno, che fin’ora non ne hanno avuta.
CASA, REDDITO, DIGNITà PER TUTTI
Rete diritti in casa Parma

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