Abitare nella crisi
Mutui sempre più
inaccessibili. Affitti sempre più alti. Patrimonio degli enti e
delle fondazioni in dismissione. Edilizia residenziale pubblica allo
sfascio. Edifici e aree demaniali in vendita al miglior offerente.
Consumo di suolo formidabile. Rendita parassitaria sempre più
arrogante. Redditi sempre più inadeguati.
All’orizzonte il
dramma dell’insolvenza e degli sfratti, con migliaia di nuclei
familiari e di singoli inquilini stressati dalla rata del mutuo o dal
canone aumentato e dall’incombente arrivo dell’ufficiale
giudiziario pronto ad eseguire pignoramenti e sfratti.
La risposta del
governo e delle regioni consiste nella vendita del patrimonio
residenziale pubblico, nell’avvio di un piano di housing sociale e
nella liberalizzazione delle procedure edilizie.
Il
paese delle libertà immobiliari si appresta ad una nuova colata di
cemento tra grandi e piccole opere, ad un azzeramento del ruolo
pubblico nel mercato degli alloggi, ad un’aggressione senza
precedenti del territorio. Una via d’uscita dalla crisi del settore
edilizio che non produrrà benefici di sorta a chi oggi è in
emergenza abitativa.
La rendita e la precarietà camminano
una al fianco dell’altra e più aumenta la prima più la seconda si
approfondisce, con salari che si svuotano di potere d’acquisto e
con una scomposizione sociale devastante fatta di precarie e
migranti, di giovani coppie e monoreddito, di pensionati e
studentesse, dentro una frammentazione che impedisce la tutela dei
diritti e limita la libertà di movimento.
A
fine dicembre scade la copertura per le categorie protette che ormai
riguarda pochissimi casi e così come il bonus per l’affitto, sta
diventando uno strumento parziale, quasi inutile. Da gennaio anche
costoro saranno sulla graticola.
Iniziamo
ad opporci a tutto questo. Lanciamo una giornata di mobilitazione
nazionale articolando una mappa delle resistenze contro gli sfratti
per morosità che oggi rappresentano più dell’ottanta per cento
delle esecuzioni. Chiamiamo
le realtà locali impegnate contro l’emergenza abitativa, gli spazi
sociali, i comitati degli inquilini, i sindacati a mobilitarsi il 4
dicembre 2009 davanti le Prefetture, presso le amministrazioni
locali, in luoghi particolarmente significativi, per chiedere il
blocco generalizzato degli sfratti e degli sgomberi.
Per avviare una campagna per il diritto all’abitare in Italia verso
una necessaria manifestazione nazionale.