PISA – PRENDOCASA DIFENDE UNO SFRATTO E OCCUPA IL COMUNE

26/03/2010 

Una giornata all’insegna della lotta per il diritto
alla
casa quella di oggi, che ha visto il Progetto Prendocasa impegnato sin
dalla
mattina nella difesa di uno sfratto da una casa popolare e un pomeriggio
di
lotta al fianco del Comitato contro lo sgombero delle ex-Stallette. A
Pisa l’emergenza
abitativa si combatte con l’autorganizzazione.

Stamattina un inquilino delle case popolari di Piazzale
Venezia avrebbe dovuto lasciare la propria casa, perché moroso nei
confronti
del Comune. Dopo circa vent’anni di occupazione e numerosi lavori
sostenuti a
proprie spese, l’inquilino è stato invitato a pagare un’indennità di
occupazione in tempi brevissimi, sotto la minaccia di uno sfratto, che
puntualmente è arrivato quando non è riuscito a rispettare i termini.
Al paradosso di istituzioni che, in una città ad alta
emergenza abitativa, fanno cassa sui bisogni delle persone, il Progetto
Prendocasa ha risposto con l’ennesimo picchetto antisfratto che ha
ottenuto il
primo successo della giornata: sfratto rimandato e accettazione da parte
del
Comune delle richieste dell’inquilino.

Nel pomeriggio la mobilitazione è proseguita con un presidio
del comitato contro lo sgombero delle ex-Stallette, uno stabile occupato
da una
cinquantina d’anni da dieci famiglie, alle quali è stato intimato lo
sgombero
per far posto al multimilionario progetto di riqualificazione urbana
Piuss,
senza che sia stata offerta alcuna alternativa abitativa alle famiglie.
La loro casa infatti può valere oggi un mucchio di
quattrini, che l’amministrazione è decisa ad incassare per poter
proseguire
nella costruzione di una città-facciata, anche a costo di calpestare i
diritti
dei suoi cittadini.
Si è costituito quindi un comitato contro lo sgombero delle
ex-Stallette, composto dalle famiglie e da solidali, fra cui anche il
Progetto
Prendocasa. Questo pomeriggio il comitato ha organizzato un
volantinaggio sotto
il Comune che si è trasformato in una occupazione della sala del
consiglio
comunale, dove è stato chiesto e ottenuto un incontro con l’assessore
alla casa
Ylenia Zambito.
Dall’incontro è emersa la determinazione delle famiglie a
non abbandonare le proprie case, e l’indisponibilità ad accettare
soluzioni provvisorie
o differenziate che escluderebbero alcuni inquilini a vantaggio di
altri.
La giornata di oggi è il primo passo di una lotta che si
preannuncia lunga, una lotta che può essere vinta solo con
l’autorganizzazione e
la partecipazione militante.

 

 Pubblichiamo
di seguito il volantino distribuito oggi al presidio contro lo sgombero
delle ex-Stallette.

TUTTI
FUORI! LARGO AL PIUSS

Nessuna
prospettiva per le 10 famiglie che risiedono da quasi 50 anni in via
Nicola
Pisano 15 nella zona conosciuta come “Ex-stallette”, corte adiacente
alle mura
che costeggiano la Cittadella, un tempo 
stalle per gli animali che venivano poi portati ai macelli, poco
distanti.

Nell’immediato dopoguerra il Comune affidò le chiavi delle
“Ex-stallette” agli sfollati della zona di Via delle Belle Torri, che
avevano
perso la casa durante i bombardamenti, affinché lì potessero trovarvi
una prima
sistemazione, benché di condizioni piuttosto precarie, che negli anni
gli
abitanti hanno trasformato in case più che dignitose.
A sentir le loro storie non si può fare a meno di chiedersi come mai,
in tutti questi anni, il Comune abbia deciso di dimenticarsi di loro.

Sono
passati i decenni, e nel corso del tempo i padri hanno lasciato le case
ai
figli che hanno modificato, migliorato, aggiustato qua e là gli edifici
vecchi
e in origine poco accoglienti, arrivando a spendere anche 80.000 euro
per
rendere la loro abitazione vivibile e confortevole. Le amministrazioni
si sono succedute senza formalizzare mai il rapporto
di locazione che di fatto intercorre da oltre mezzo secolo rinviando la
risoluzione del problema “Ex-stallette” a chi avrebbe occupato in
seguito le
poltrone della giunta comunale.
Intorno
al 1995 il Comune dette le chiavi  e una
regolare residenza  all’ ultimo nucleo
familiare  e nonostante
gli alloggi fossero faticenti il Comune,
tramite la S.E.P.I., esigeva il pagamento regolare di un’ indennità di
occupazione costituita da cifre che variavano dai 150 ai 300 euro. Ora
il
canone è stato aumentato, ed è stato chiesto il pagamento degli
arretrati a
partire dal gennaio 2009.
Ma
i problemi per queste famiglie non finiscono qui. Sono in atto, infatti,
una
serie di cause con il Comune dovute ad una bolletta dell’acqua che
risale a
circa 5 anni fa. In quell’occasione, i tecnici del Comune verificarono
che le
tubature erano vecchie e che c’erano state perdite tali da far lievitare
i
consumi fino a  100.000 euro. Cosa ha
fatto il Comune? Ha inviato un’ingiunzione di pagamento ad ogni nucleo
familiare dividendo in parti uguali e senza tener conto dei reali
consumi!
Oggi
la loro storia è diventa cronaca, perché dopo
la terza ordinanza di sgombero ricevuta, l’attuale assessore alle
Politiche
Abitative Ylenia Zambito, ha pubblicamente intimato di liberare l’area
entro la
fine di marzo. Il motivo di tanta urgenza, dopo oltre 50 anni di rinvii e
silenzi, è l’avvio dei lavori di “recupero” relativi al progetto PIUSS.

Esiste un modo per uscire da questa
situazione?
Per la Giunta Comunale l’unica soluzione
sembra essere l’uso della forza per garantire lo sgombero dell’area e
poter
così accedere ai milioni di euro che il Comune otterrebbe per la
realizzazione
del progetto PIUSS.
Soluzione resa
esplicita dalle parole di un assessore facente parte del partito che ora
compone l’amministrazione comunale che all’ultimo incontro con gli
inquilini ha
detto con  un bel sorriso: “Se non uscite vi faremo
cacciare dalla
polizia…e ne manderemo anche tanta!”
Gli
abitanti delle “Ex-stallette”, un pezzo di storia di Pisa forse scomodo,
un
nervo scoperto per tutte le amministrazioni comunali, dopo essere stati
ignorati per decenni, aver sentito la “vicinanza” del comune solo quando
ha
preteso soldi o peggio quando intimava sgomberi, si trovano ora ad
essere al
centro dell’attenzione perché la loro casa oggi può valere un mucchio di
quattrini che l’amministrazione è decisa ad incassare per poter
proseguire
nella realizzazione della sua Città-Facciata, anche a costo di
calpestare i
diritti dei suoi cittadini, diritti che gli inquilini delle
“Ex-stallette”,
riuniti in un “Comitato contro lo sgombero” che raccoglie anche numerose
persone solidali, si sono guadagnati in anni di sacrifici e di lavoro e
che ha
reso a tutti gli effetti quel luogo, ignorato dalle istituzioni, LA LORO
CASA.
Siamo
disposti anche ad andare a vivere sotto le Logge dei Banchi con letti e
fornelli per chiedere ad alta voce:

VOGLIAMO
UNA SOLUZIONE, NON UNO SGOMBERO! NON VOGLIAMO PIU’ ESSERE POLVERE DA
NASCONDERE
SOTTO IL TAPPETO!

Comitato
contro lo sgombero delle “Ex-stallette”

report 25 marzo Bologna: un partecipata giornata di lotta degli inquilini resistenti

Si è conclusa la giornata di mobilitazione del 25 marzo dei movimenti
per il diritto alla casa, iniziata con un picchetto antisfratto dove si
è ottenuto un altro rinvio, con una partecipata assemblea cittadina
alla sera.
L’assemblea ha lanciato la prossima scadenza di mobilitazione per il 6
aprile dove verrà allestita una tendopoli davanti agli uffici del
Comune di Bologna. Nella giornata del 6 aprile si inviteranno tutti i
cittadini in emergenza abitativa e solidali con i movimenti per il
diritto alla casa a portare tende, per costruire un presidio
permanente.
L’immobilismo delle amministrazioni e istituzioni locali, regionali e
nazionali impongono ai movimenti di lotta per la casa di mobilitarsi
per contrastare l’emergenza abitativa, e per invertire uan tendenza che
vede la politica, tutta, difendere la rendita e la speculazione. La
crisi sta provocando un aumento della precarietà sociale diffusa, che
colpisce ormai diverse fasce sociali sul nostro territorio.
Gli inquilini resistenti lanciano questa scadenza attorno ai seguenti punti:

-per il blocco degli sfratti

-per la requisizione delle case sfitte private

-per l’aumento delle case popolari

-per la tutela degli insolventi al mutuo prima casa

26 marzo Bologna

Associazione Inquilini e Assegnatari (ASIA-RdB)

BolognaPrendeCasa

Inaugurato lo spazio-bimbi autogestito nello stabile occupato di via Marsala

21/03/2010 – Il comitato di
quartiere e le
famiglie in occupazione hanno presentato il progetto di spazio-bimbi
sfilando in corteo per le vie del quartiere e invitando la
cittadinanza al pranzo e alla festa di inaugurazione.

Il Comitato di
quartiere, nato in seguito all’occupazione della palazzina di via
Marsala, che si è dato come obiettivo principale l’utilizzo pubblico
e collettivo dei fondi ubicati al piano terra dello stabile, ha oggi
inaugurato il primo dei suoi numerosi progetti.

Intorno a
mezzogiorno un corteo composto dai nuovi abitanti ha sfilato per le
strade di Riglione e Oratoio distribuendo un volantino che riportava
gli ultimi aggiornamenti rispetto alla trattativa con la proprietà.
Tappa obbligata la piazza in cui si sarebbe dovuto tenere il comizio
elettorale di Rossi, candidato del Pd alle regionali in Toscana, dove
i presenti hanno mostrato molto interesse per la situazione. Alla
provocazione di uno spropositato spiegamento di forze di polizia, gli
occupanti hanno risposto con un corteo pacifico e festoso con una
larga presenza di bambini.

Successivamente,
all’interno della palazzina, si è svolto un pranzo sociale di
finanziamento per le attività del Comitato a cui hanno partecipato
circa 150 persone, seguito dall’inaugurazione vera e propria dello
spazio-bimbi i cui protagonisti sono stati le decine di bambini del
quartiere.

Durante la giornata
sono state raccolte firme a sostegno della proposta degli abitanti di
via Marsala e del Comitato di autorecupero dello stabile e pagamento
di un affitto sociale per le case e i fondi; al momento sono più di
seicento le firme che saranno consegnate al prossimo incontro con la
proprietà.

Dal primo aprile i
nuovi abitanti della palazzina apriranno un conto corrente dove
verseranno mensilmente un canone d’affitto sociale; anche il Comitato
verserà una quota tramite donazioni e autofinanziamento, per
l’utilizzo pubblico e collettivo dei fondi.

A fine giornata è
stata convocata un’assemblea pubblica per martedì sera e sono stati
ribaditi quelli che oramai saranno i momenti di apertura fissa dei
fondi per lo spazio-bimbi e per lo sportello per il diritto alla
casa.

 

www.infoaut.org

newroz.noblogs.org

prendocasa-pisa.noblogs.org

Documento conclusivo convegno Firenze_abitare nella crisi

ABITARE
NELLA CRISI: ripartiamo da qui!

Abbiamo
partecipato a Firenze, dal 12 al 14 di Marzo 2010, all’incontro
nazionale dei movimenti per il diritto all’abitare: "Abitare
nella crisi".

L’incontro
si è articolato in diversi momenti di discussione tematici
(recupero
delle città ed autorecupero, inchiesta sociale, migranti e
seconda generazione,…)
ed in un seminario di approfondimento sul contesto di crisi in cui si
inseriscono le nostre lotte per la casa e non solo. Si è
svolta un’assemblea di confronto tra le esperienze delle scuole di
italiano autogestite per stranieri in Italia e una discussione di
approfondimento sui temi proposti dal progetto “Sorvegliati e
puntiti”: la creazione di un libro bianco di inchiesta sulla
repressione e il controllo, un
percorso che sta coinvolgendo singoli attivisti, collettivi
autorganizzati, sindacati di base, reti che si muovono per i diritti
e la libertà, oltre a diversi studi legali della penisola (per
info: libertadimovimento@inventati.org).

.

Abitiamo
nella crisi con le nostre esperienze di lotta, che si rappresentano
sui territori, nei conflitti e nei bisogni di una nuova e larga
composizione sociale. La lotta per la casa rappresenta
solo una parte della
lotta più generale per l’abitare, inteso come diritto
fondamentale ad una vita dignitosa, come recupero e difesa
del territorio, del suolo e dei beni comuni, come riappropriazione di
una parte di reddito, contro la crisi e fuori dalle logiche del
mercato.

Abbiamo
aperto una discussione critica sulle forme e le modalità del
nostro agire: sugli elementi in comune e le specificità legate
ai diversi contesti territoriali, sulla necessità di
trasformazione ed innovazione delle lotte e dei linguaggi che
attraverso lo strumento dell’inchiesta sociale si aprono alla
composizione meticcia dei nostri movimenti e delle nostre città,
per la costruzione di nuove forme di mutuo soccorso e cooperazione
dal basso che agiscano nella crisi e contro la crisi.

L’assemblea
di Firenze propone, quindi, di rilanciare la mobilitazione a partire
dalla necessità di una piattaforma di contenuti condivisi, con
una serie di iniziative da declinare nei propri territori, per
iniziare da subito a fornire degli strumenti e delle risposte
adeguate all’urgenza e alla trasformazione dei bisogni del corpo
sociale di cui siamo parte.

Diciamo
no all’idea di "housing sociale" che troviamo all’interno
del Piano Casa nazionale e dei relativi Piani regionali. Questa
proposta infatti completa un percorso che è passato per
l’approvazione della legge 431 che, affossando l’"equo
canone", ha liberalizzato il mercato della casa contribuendo a
creare la situazione drammatica che tutti abbiamo davanti agli occhi
oggi. I
percorsi delineati in questi Piani hanno al centro gli interessi dei
costruttori, della finanza, della politica e non rappresentano
affatto una soluzione per i settori sociali maggiormente colpiti
dalla crisi: nè le fasce più deboli per le quali
l’housing sociale rappresenta solo la scusa con cui si tenterà
di chiudere definitivamente la stagione dell’edilizia residenziale
pubblica nè tantomeno per il cosiddetto ceto medio impoverito
che si vuole incatenare al mutuo a vita o ad affitti stabiliti a
prescindere dai redditi a tutto vantaggio dei palazzinari,
devastando i territori delle nostre città, precarizzando
ancora di più le nostre vite.

Più
che garantire il diritto all’abitare,
questo modello favorisce infatti innegabilmente un aumento
indiscriminato della cementificazione, del consumo di suolo e
dell’aggressione ai territori, mentre noi ribadiamo che ci opponiamo
con forza ad ogni tentativo di ulteriore cementificazione e
devastazione ambientale.

Il
diritto alla casa è pienamente realizzabile attaccando la
rendita e la speculazione, rispettando l’ambiente, creando contesti
eco e socio-sostenibili.

Sosteniamo
l’occupazione come una delle forme più valide ed efficaci di
riappropriazione e di difesa di un diritto fondamentale come quello
all’abitare. Occupazione intesa non solo come pratica di lotta e
conflitto dal basso, ma anche come progetto di recupero urbano e
sociale, inserito in un tentativo di ricostruzione dei legami di
solidarietà e di uguaglianza, capaci di sgomberare il campo
dal razzismo e dalla frammentazione.

Rilanciamo
in tutte le Regioni delle iniziative per un aumento consistente del
patrimono edilizio pubblico, in modo che esso sia finalmente adeguato
al soddisfacimento del diritto alla casa e allo stesso tempo non sia
speculativo ma “sostenibile”, soprattutto attraverso il recupero
delle aree dismesse e delle aree militari e la riconversione degli
stabili sfitti e vuoti, oggetto della speculazione immobiliare.

Difendiamo
il patrimonio pubblico, degli Enti e delle Fondazioni, da ulteriori
processi di svendita e cartolarizzazione insieme a tutto
l’inquilinato residente.

Esigiamo
e ci attiviamo per il blocco degli sfratti per morosità e
degli sgomberi, contrastando tutte le politiche di assistenzialismo e
controllo che generano la distruzione dei legami di solidarietà
nei quartieri e sperperano ulteriore denaro pubblico.

Sosteniamo
e promuoviamo in questo ambito le esperienze di autorecupero che,
autonomamente e dal basso, inventano nuove forme dell’abitare,
investendo il proprio tempo e la propria capacità creativa
nella costruzione di progetti alternativi nelle forme progettuali
architettoniche e di socialità. Sosteniamo dove possibile la
creazione di proposte di legge nelle diverse regioni che riconoscano
e valorizzino questi percorsi.

 

Pensiamo
infatti che sia necessario da un lato individuare un terreno
nazionale di coordinamento delle pratiche di lotta e di contenuti
condivisi che possa portare anche a momenti di precipitazione
unitari, d’altro canto rimane fondamentale il nostro spazio di
azione politica a carattere regionale e locale sul quale agire anche
spingendo per l’adozione di normative e pratiche più avanzate
in quelle Regioni ancora carenti di strumenti e di iniziative di
nuovo welfare.

Siamo
convint* che sia necessario proseguire un percorso di discussione e
di coordinamento su questi punti, attraversando tutti i territori,
anche laddove nonostante le contraddizioni e i bisogni non sono
ancora esplose in tutta la loro forza le nuove lotte.

Per
questo indichiamo alcuni passaggi utili nella costruzione di questo
percorso:

-Costruzione
di una narrazione plurale delle lotte attraverso il blog abitarenellacrisi.noblogs.org

-Partecipazione
alla manifestazione nazionale di lotta per l’acqua pubblica a Roma il
20 marzo 2010, per collegare le lotta per l’abitare con le lotte
territoriali per i beni comuni.

-Sostegno
alle mobilitazioni dei cittadine e di cittadini dell’Aquila e
dell’Abruzzo anche attraverso la costruzione di un’iniziativa per
la liberazione della città dell’Aquila dalla macerie e dalla
Protezione Civile in occasione del 25 aprile e costruzione di una
scadenza nazionale di due giorni nel mese di Giugno.

-Proponiamo
la costruzione di nuovi momenti di discussione promuovendo incontri a
carattere inter-regionale verso una possibile mobilitazione nazionale
contro la crisi in autunno.

I
partecipanti e le partecipanti ad ABITARE NELLA CRISI

Firenze
14 marzo 2010

video 11-03-2010 Firenze: mostra-mercato dell’immobiliare, contestata l’inaugurazione

video presidi antisfratto Bologna 16 marzo

UN APPELLO A SOSTEGNO DELL’OCCUPAZIONE. AGGIORNAMENTI DA VIA MARSALA

Da
ormai quattro giorni le case di via Marsala a Riglione, inutilizzate
da più di otto anni, sono abitate da nove famiglie in emergenza
abitativa. Durante questi primi, intensi giorni, i nuclei familiari
si sono dedicati a rendere abitabili gli appartamenti e i fondi della
struttura e a pulire il giardino dai rifiuti, ma anche a farsi
conoscere e a far conoscere il progetto Prendocasa in tutto il
quartiere. La risposta degli abitanti di Riglione e Oratoio è ogni
giorno più incoraggiante: dalle prime assemblee pubbliche sono già
emerse non solo la solidarietà, ma anche la voglia di partecipare
alla gestione degli spazi pubblici che il progetto ha restituito al
quartiere. Per questo nella settimana appena iniziata, le case di via
Marsala si apriranno al quartiere, oltre che durante le assemblee
pubbliche, anche mercoledì pomeriggio, giorno in cui sarà attivo lo
sportello per il diritto alla casa del progetto, e domenica per un
pranzo sociale nel cortile recuperato dagli occupanti e per una
giornata di giochi per bambini.



Intanto
ieri c’è stato un primo incontro con la proprietà, alla quale le
famiglie hanno portato una proposta di recupero dello stabile e di
affitto a canone concordato. Per raccogliere il sostegno che il
quartiere ha espresso in questi giorni, gli occupanti hanno diffuso
un appello, che è possibile firmare anche su internet, di cui
riportiamo il testo:





La
mattina di sabato 13 marzo nove famiglie in emergenza abitativa (17
adulti e 16 minori) hanno liberato la palazzina di via Marsala 34 da
anni di abbandono e degrado. Queste famiglie hanno deciso di entrare
in occupazione perchè non gli si prospettava altra alternativa per
continuare ad avere un tetto. Gli
sfratti, i licenziamenti, le difficoltà di accedere alle case
popolari, nonostante il possesso di tutti i requisiti, hanno reso
l’occupazione l’unica scelta possibile.



Queste
case appartengono a uno dei maggiori proprietari immobiliari di Pisa
e, a causa di una storia controversa, non sono mai state utilizzate.
Terminate nel 2002, sono state al centro di un contenzioso tra la
proprietà ed il comune, riguardo alla possibilità di uso pubblico
del parcheggio, che è durato alcuni anni ed è stato sciolto a
vantaggio del proprietario. Ma le case continuano a rimanere vuote
perchè il contenzioso dall’anno scorso prosegue con una richiesta di
risarcimento danni da parte della proprietà: il processo per questa
nuova causa avrà inizio non prima del 2013. Questo significa che
un’eventuale sgombero delle famiglie dall’immobile equivarrebbe a
riconsegnarlo all’incuria e al degrado per almeno altri tre anni
.



Per
questo gli occupanti hanno proposto alla proprietà di effettuare a
proprie spese i lavori necessari all’abitabilità dell’immobile e di
pagare un affitto ad equo canone, cioè proporzionato al reddito
delle famiglie, finchè l’edificio non avrà una destinazione d’uso.

Questa proposta è stata elaborata collettivamente dagli abitanti
delle case di via Marsala nell’intenzione di venire incontro agli
interessi del proprietario, ma ponendo come prioritari il benessere e
la dignità dei propri figli e delle proprie famiglie.



Intanto
gli occupanti hanno già iniziato a restituire lo stabile al
quartiere: se già nove appartamenti vuoti da anni a fronte di una
tale emergenza abitativa sono una vergogna, c’è anche la questione
degli enormi fondi commerciali, anch’essi in disuso. L’interesse
degli occupanti è stato quindi fin dal principio quello di
coinvolgere il più possibile il vicinato e gli abitanti del
quartiere, sia nel confronto continuo e quotidiano, sia organizzando
apposite assemblee per proporre usi pubblici e collettivi di questi
fondi
; le esigenze in una zona del genere si sono rivelate
molteplici: le prime proposte sono state una palestra, uno
spazio per bambini
, una biblioteca, una sala studio.



L’intenzione
è quindi adesso quella di costituire un comitato di quartiere,
composto dalle famiglie di via Marsala e da tutte le persone
interessate all’utilizzo dei fondi, che si dia l’obiettivo di
realizzare alcuni di questi progetti e soprattutto di farli vivere in
maniera continuativa.



Firmando
questo appello potete dare sostegno e rendere più forte questa
proposta, con un semplice gesto di solidarietà reale.

osare lottare osare vincere

Comunicato stampa
16 marzo Bologna

Due sfratti bloccati a Bologna

Oggi l’ASIA-RdB e BolognaPrendeCasa sono riusciti attraverso la
determinazione degli inquilini resistenti a bloccare due sfratti,
ottenendo due rinvii.
Gli inquilini resistenti quando si organizzano, quando lottano
dimostrano che si può non pagare la crisi. Tuttavia non possiamo non
ricordare le altre centinaia di sfratti che in questi giorni stanno
avvenendo nel completo silenzio. Quando gli inquilini si organizzano
c’è una possibilità di resistere, in mancanza di questo gli sfratti
vengono fatti automaticamente.
Occorre ora rilanciare una mobilitazione che dia forza alle proposte del movimento di lotta per la casa:

-Soluzioni d’emergenza per chi subisce uno sfratto esecutivo
-Blocco degli sfratti
-Requisizione delle case sfitte private da parte dell’amministrazione, applicando le leggi già esistenti
-Tutela di chi non riesce più a pagare le rate del mutuo prima casa, attraverso l’acquisto da parte di ACER
-Finanziamento per la crescita del numero di case popolari e un potenziamento dello Stato sociale

Su queste proposte invitiamo con urgenza chi governa la città e la regione a confrontarsi.
I tempi oggi della politica non possono essere solo quelli degli
scandali, ma devono essere dettati dalle condizioni reali che provoca
la crisi economica che attraversa la nostra regione. Perché l’interesse
pubblico è per noi maggiore dell’interesse privato.

ASIA-RdB

ASSOCIAZIONE INQUILINI e ASSEGNATARI (ASIA-RdB)

 

e-mail: info@bologna.asia.rdbcub.it
www.asia.rdbcub.it
http://bolognaprendecasa.noblogs.org/

IL PROGETTO PRENDOCASA METTE A SEGNO UNA NUOVA OCCUPAZIONE

13/03/2010

Stamattina circa un centinaio di compagni e compagne
del Progetto Prendocasa ha occupato uno stabile in Via Marsala a
Riglione, nella periferia sud di Pisa, che da oggi ospiterà nove nuclei
familiari. L’edificio è di proprietà di Pampana, uno dei più importanti
palazzinari del pisano, costruito nel 2002 e mai affittato. Da quasi
otto anni questo palazzo rappresenta una vergogna per tutta la zona di
Riglione: nove appartamenti lasciati al degrado, di proprietà di una
piovra che possiede centinaia di appartamenti sfitti in città.
Partecipanti attivi all’occupazione diversi abitanti del quartiere, dal
quale il progetto ha da subito ricevuto sostegno e solidarietà.
Dopo un primo approccio con le forze dell’ordine gli occupanti hanno
avuto un contatto con la proprietà che, forse spaventata dalla
determinazione delle famiglie e da una eventuale sovraesposizione
mediatica, non ha escluso la possibilità di aprire una trattativa
sull’immobile. Nei prossimi giorni si capiranno le reali intenzioni
della proprietà.
Già chiarissime invece le intenzioni degli occupanti, decisi a non
abbandonare l’immobile senza prima avere soluzioni alternative.

I nuclei di occupazione sono composti da famiglie italiane e staniere,
per i quali la crisi e i licenziamenti hanno significato molte
difficoltà, fra cui la più importante è sicuramente l’impossibilità di
pagare gli spropositati affitti della città di Pisa. Oltre che con la
crisi economica, tutti gli occupanti si sono dovuti confrontare nelle
loro vicende di vita con i meccanismi sempre più escludenti
dell’accesso al welfare: non solo la mancanza di case popolari, ma
anche le ulteriori difficoltà dei migranti, come quella di prendere la
residenza e l’impossibilità di godere degli ammortizzatori sociali. La
consapevolezza dell’inconsistenza delle risposte istituzionali ha
portato questa nuova soggettività alla convinzione che
l’autorganizzazione e la riappropriazione dei diritti sono l’unica
soluzione possibile.

Il Progetto Prendocasa esiste da circa tre anni e si occupa di
diritto alla casa, dando come risposta all’esigenza abitativa la
riappropriazione. Con oggi conta 21 appartamenti occupati nella città
di Pisa per un totale di circa 90 occupanti.
 
 
14/03/2010 – Riglione a fianco degli occupanti: aggiornamenti da via Marsala
 
Oggi le nuove case occupate di via Marsala hanno aperto lo spazio al
quartiere per un’assemblea di presentazione e confronto. Fin dalla
giornata di ieri l’occupazione degli otto appartamenti ha ricevuto la
solidarietà e l’appoggio di numerosi abitanti del paese. L’assemblea di
oggi ha confermato la volontà degli abitanti di Riglione di non stare
soltanto a guardare, ma di capire e di interagire con il Progetto.
Dopo una presentazione generale di Prendocasa, gli occupanti hanno
raccontato i percorsi che li hanno portati alla scelta della
riappropriazione e hanno parlato del progetto di recupero dello stabile
che domani proporranno alla proprietà: progetto che non riguarda solo i
lavori necessari alla vivibilità degli appartamenti, ma anche
l’apertura del cortile e dell’ampio fondo a piano terra alla
collettività. Numerose le proposte emerse, anche da parte degli
abitanti del quartiere, per l’utilizzo dello spazio: una palestra
popolare, una biblioteca, di cui Riglione è sprovvista, una ludoteca.
Fin da questa settimana le case occupate ospiteranno anche un’altra
sede, oltre a quella in centro città, dello sportello del progetto
Prendocasa, che già in questi ultimi giorni di confronto informale con
gli abitanti del quartiere ha riscosso grande successo.
Domani la trattativa con la proprietà troverà nell’appoggio del quartiere un nuovo elemento di forza.
 
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Milano – Sgomberati due appartamenti alle case d’amianto di via Feltrinelli 16

Questa mattina l’Aler e quattro camionette di polizia e carabinieri,
accompagnati dall’ A2A ex AEM e dal Comune, si sono recati alle case di
amianto di via Feltrinelli 16, e con la scusa di uno sgombero in
flagranza hanno buttato fuori di casa una ragazza e chiuso il suo
alloggio con una lastra di ferro, e come se non bastasse hanno lastrato
un secondo alloggio, mentre i suoi abitanti erano al lavoro.  Immediata
la reazione degli abitanti, che da 20 anni lottano per ottenere delle
case dignitose e soprattutto senza amianto, mentre dalle istituzioni
arriva solamente silenzio. Proprio mentre i sindacati sono in
contrattazione con l’Aler per ottenere delle case per gli abitanti
(alcune famiglie già hanno ricevuto una casa in assegnazione), arriva
l’ordine di sgomberare altri appartamenti. Le istituzioni, oggi come da
anni, si rimbalzano a vicenda le responsabilità di questa ennesima
beffa fatta nei confronti di famiglie parcheggiate in abitazioni
d’amianto da oltre vent’anni con la promessa di avere una casa
popolare.
Mentre la polizia riempiva i furgoni, gli altri inquilini barricavano
il cancello per impedire di portare via gli averi degli abitanti
sgomberati: nessuna pietà da parte delle forze dell’ordine, che hanno
portato a termine l’operazione nonostante sui mobili fossero sedute
anche due donne invalide e una donna sia stata tanto male da richiedere
l’intervento dell’ambulanza.
La protesta degli inquilini è proseguita con un piccolo corteo nelle
vie adiacenti, con gli striscioni che citavano "Verga è talmente
preoccupato…da averci abbandonato" e altre frasi che denunciavano la
presenza di amianto nello stabile.

L’appuntamento rilanciato dagli abitanti è per oggi alle 18.00 a
Palazzo Marino in contemporanea al presidio lanciato dalle maestre di
via Rubattino in seguito alla morte di un ragazzo rom di 13 anni
bruciato nella notte di venerdì sera a causa di una stufa.

Gli abitanti scenderanno in piazza per denunciare l’inumanità dei
continui sgomberi che tra case popolari e campi rom lasciano senza casa
migliaia di persone, che sono escluse dalle graduatorie ERP e d’altra
parte non possono permettersi un affitto privato. Milano sta pagando i
risultati di quasi vent’anni di governo della destra che – tra appalti
truccati e mazzette, tra ville lussuose e festini privati – a braccetto
con le cosche della ‘ndrangheta ha totalmente azzerato l’edilizia
residenziale popolare a favore delle speculazioni edilizie. E adesso
gestiscono l’emergenza abitativa come un problema di ordine pubblico.

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Gli operai preparano la lastra per chiudere la casa

http://www.youtube.com/watch?v=qYZgewz6R-g

Inquilini bloccano il cancello

http://www.youtube.com/watch?v=3LyVMHOTc4c http://www.youtube.com/watch?v=QW9jpY4Ta6o

Inquilini bloccano l’uscita del furgone


http://www.youtube.com/watch?v=OpqYjw1XJi8

La polizia toglie le barricate

http://www.youtube.com/watch?v=vS_cieAWiyQ

Escono i furgoni

http://www.youtube.com/watch?v=OGVHypU3Aw0

La polizia se ne va

http://www.youtube.com/watch?v=rmspb_Gn1vQ