[PISA] La tendopoli che impaurisce

31/05/2010
 
PisaIeri mattina i vigili urbani hanno consegnato
agli abitanti della tendopoli allestita in largo Ciro Menotti una
comunicazione del comando in cui si dava il termine di stamattina per
smontare le tende.

"Legalità": è questa la parola che da qualche settimana risuona spesso
nelle strade di Pisa. Ed è in nome di questa legalità che i vigili,
sollecitati da un comunicato dei negozianti scandalizzati dalla
tendopoli nel "salotto buono" della città, si sono svegliati di buon
mattino anche di domenica e si sono recati alle tende in cui, da ormai
sei giorni, vivono le otto famiglie di via Marsala, sgomberate mercoledì
scorso dalla palazzina di Riglione.

I vigili hanno comunicato alle famiglie che l’attuale situazione, 34
persone tra cui 17 minori che vivono in tenda, è illegale, così come lo
era l’occupazione dello stabile di proprietà Pampana: dunque entro oggi
le tende dovrebbero essere smontate.

Ma invece il numero di tende è aumentato, sono tante infatti le persone
che hanno risposto all’appello delle famiglie di montare una tenda in
largo Ciro Menotti in segno di solidarietà a questa lotta. Inoltre,
questa mattina all’alba un nutrito gruppo di solidali si è radunato alla
tendopoli in attesa che arrivassero i vigili urbani a sincerarsi del
fatto che fosse stata "ripristinata la legalità".

Per oggi i vigili hanno avuto la decenza di non presentarsi in largo
Ciro Menotti. È stata invece una delegazione di solidali, tra cui
medici, consiglieri comunali e regionali a presentarsi dal sindaco. Un
sindaco in evidente difficoltà, al quale è stato ricordato che, in
quanto garante della salute pubblica, non può tacere di fronte al fatto
che due persone portano avanti da giorni lo sciopero della fame.
Lo sciopero della fame di Selamet è giunto ormai al decimo giorno.
Questo compagno è dimagrito di dieci chili e tuttavia non vuole smettere
la sua protesta fino a quando il Comune non avrà trovato una soluzione
abitativa per tutte le famiglie.

Al Sindaco è chiesto di mettere a disposizione un medico in forma
ufficiale per rendere nota alle istituzioni la sua situazione di salute e
quella di Pal, che sta portando avanti lo sciopero della fame da sei
giorni.

La battaglia delle famiglie di via Marsala è ormai la battaglia di una
fetta di città, suggellata dalle circa 1500 firme raccolte fino ad oggi,
perché la crisi economica che investe centinaia di famiglie non sia
relegata a questione secondaria, o peggio a semplice problema di ordine
pubblico.

La lotta per il reddito delle famiglie di via Marsala ha prodotto un
profondo stravolgimento a Pisa: dalla tranquilla città per studenti e
turisti, a luogo da presidiare in forze con centinaia di poliziotti e
carabinieri, dimostrazione oggettiva della difficoltà di Sindaco e
Giunta a "sporcarsi le mani" con le questioni sociali.

[PISA] Il giorno della vergogna. Lo sgombero di via Marsala, le otto famiglie accampate in centro

26/05/2010

Da stamani mattina alle 6, otto famiglie, tra cui 17 minori, sono in
mezzo a una strada, sgomberate da un immobile di proprietà di uno dei
maggiori speculatori immobiliari della città.
Chi ha prodotto questa situazione troverà una soluzione per questa
notte”
. È stato questo il commento dell’assessore alle politiche
sociali Ciccone, chiamata in causa dai giornalisti quando lo sgombero
delle otto famiglie di via Marsala era già concluso da due ore.

È dalla mediocrità e dalla bassezza politica di personaggi come questo
che scaturisce una situazione di totale delirio oggi a Pisa: non solo
perché otto famiglie, che lavorano e risiedono in questa città, sono
state sgomberate da più di cento agenti in assetto antisommossa,
sorprese all’alba come se si trattasse di pericolosi terroristi; ma
anche perché le stesse forze dell’ordine che hanno sgomberato le
famiglie sono poi andate a presidiare alcuni dei maggiori simboli della
speculazione in città, come l’enorme stabile di via Puccini (60
appartamenti di proprietà Pampana sfitti da più di 10 anni) o la
Mattonaia, grande stabile di proprietà comunale in pieno centro, sfitto
dal 1984.

Oggi Pisa ha vissuto il paradosso per cui le forze dell’ordine, con il
beneplacito, se non con le pressioni dell’amministrazione comunale,
hanno sgomberato delle famiglie in emergenza abitativa e protetto gli
interessi della speculazione. Il risultato è una città militarizzata
all’inverosimile, con camionette sotto il Comune e sindaco e assessori
sotto scorta dei vigili urbani.

Ma lo sgombero di via Marsala non ferma la lotta delle famiglie, e anzi
porta ad un allargamento del fronte per il diritto alla casa in città,
come dimostra la solidarietà che oggi è giunta da più parti. Una
solidarietà che non è solo umana, ma politica, da parte di tutti coloro
che sanno che situazioni di emergenza abitativa come le nostre sono
sempre più diffuse in città e che credono che queste non possano essere
affrontate con i manganelli.

Stamattina le famiglie e il progetto si sono insediate con le tende in
Largo Ciro Menotti: questo non è un gesto simbolico, ma l’unica
alternativa che hanno dopo lo sgombero dalla palazzina di via Marsala,
che rimarrà vuota per almeno altri tre anni.

A sottolinare la loro determinazione oggi un altro degli occupanti ha
iniziato lo sciopero della fame: Pal. Arrivato tre anni fa dall’Albania
con un permesso per motivi umanitari dovuto a un trapianto di rene dalla
moglie al figlio. Disoccupato, ha a carico due figli, di cui uno
invalido al 60% a causa dell’intervento. La moglie, unica lavoratrice
della famiglia, è invalida al 40%.

Sia Pal che Selamet chiedono che il Comune intervenga per trovare una
soluzione abitativa a tutte le famiglie di Via Marsala. La proposta è
sempre la stessa: il pagamento di un canone d’affitto proporzionato al
reddito di ognuno degli otto nuclei.

Nel frattempo non destano preoccupazioni le condizioni di salute di
Selamet, giunto ormai al quinto giorno di sciopero della fame e al
momento intenzionato ad andare avanti.

In questo quadro di delirio securitario e assenza totale della politica,
la lotta delle otto famiglie va avanti e continuerà fino al
raggiungimento dell’obiettivo ultimo: case per tutti!

sfratto via calindri (Bologna)

emergenza abitattiva=ordine pubblico

comunicato stampa 24 maggio 2010

Lo sfratto di via calindri

Si è concluso il presidio di ASIA-USB in via Calindri, quartiere san donato. Dalle 7.00 di questa mattina un gruppo di inquilini resistenti ha cercato di bloccare l’ennesimo sfratto. Per eseguire lo sgombero,contro un nucleo famigliare di 4 persone, stati utilizzati decine di agenti tra polizia, carabinieri, mobilie, digos e vigili urbani. Per tutta la mattina l’intera via è stata bloccata.
Dopo tutta la propaganda del cosidetto "blocco degli sfratti" firmato da CGIL-CISL-UIL e dalle associazioni di categoria, siamo al punto di partenza: gli sfratti continuano cosi come la rendita e la speculazione.
Le famiglie, i settori popolari che subiscono la precarietà sociale sono immeditamente investiti dall’emergenza abitativa, e questo dato è destinato ad aumentare nell’attuala fase di crisi economica.
Abbiamo un sistema sociale di welfare al collasso, per stessa ammissione degli addetti che ci lavorano, in queste settimane la CASA POPOLARE DODI MARACINO si è riempita di persone che erano costrette a vivere in macchina, per la loro condizione di disoccupati, cassa-integrati, in mobilità o precari, visto che gli assistenti sociali non gli davano nessuna soluzione praticabile. Abbiamo richiesto che si avvi una trattativa per rendere regolare la CASA POPOLARE DODI MARACINO, cosi come riteniamo necessario avviare un confronto a livello regionale affinche si metta in cantiere un effettivo piano casa per contrastare l’emergenza abitativa e che questa non venga più vissuta come un problema di ordine pubblico.

E’ ormai da diverso tempo che denunciamo che gli assistenti sociali non possono sostenere il problema dell’emergenza abitativa sul nostro territorio, cosa che non rigurda più unicamente il problema abitativo, ma investe le diverse emergenze legate alla precarietà sociale. E’ per questo motivo che i pichetti anti-sfratto andranno avanti cosi come le requisizioni di case sfitte private. Oggi una nuova famiglia vivrà alla Casa Popolare Dodi Maracino, la loro resistenza di questa mattina non è stata inutile.

PER
blocco degli sfratti
requisizione delle case private sfitte
tutela degli insolventi al mutuo prima casa
case popolari

CONTRO
rendita e speculatori

Associazione Inquilini e Assegnatari (ASIA-USB) Bologna

www.asia.rdbcub.it

[PISA] Il corpo delle istituzioni è sacro, quello dei senza diritti no

Le reazioni politiche al duro faccia a faccia tra le famiglie sotto sgombero di via Marsala e il sindaco di Pisa Filippeschi rivelano quant’è profonda la crisi democratica, nel paese e in città. Il Comune è tanto lontano dalla popolazione e dai suoi disagi che, quando si arriva a un confronto diretto, l’esasperazione è tale che tutti – dai giornali alle istituzioni, dai partiti ai sindacati – denunciano l’episodio come un atto di intimidazione. Si dà solidarietà al sindaco per un’aggressione che non c’è stata: bastava essere presenti o aver visto le riprese pubblicate online per saperlo. Si stigmatizzano i soliti “facinorosi”. Si annunciano interpellanze al Ministro degli Interni.

A far scattare questa reazione unanime non è tanto la difesa del sindaco, ma la salvaguardia della convenzione sociale che fissa confini ben precisi alle rivendicazioni dei cittadini: quando questi confini vengono superati, la rivendicazione diventa violenza. Nessuno ha più il coraggio di dire da dove proviene la violenza vera – ossia dagli speculatori e dagli imprenditori spregiudicati che ci lasciano senza casa e senza reddito, dagli uffici pubblici che ci trattano come una pratica da sbrigare, o dal ricorso improprio alle forze dell’ordine. Chi non tollera questa situazione e l’ipocrisia che la copre viene isolato come “intollerante”. Il suo torto è aver dimenticato che il corpo del potere è sacro, mentre il proprio non lo è. Lo sciopero della fame iniziato dalle famiglie di via Marsala esprime anche questa atavica ingiustizia.

La contestazione diretta viene così utilizzata per giustificare la chiusura delle istituzioni – decisa e praticata da tempo – e preparare eventualmente l’opinione pubblica al giro di vite repressivo: lo sgombero. Quando i senza-diritti osano chiedere rispetto rivelano la loro vera natura di immeritevoli e autorizzano la classe politica ad auto-assolversi: non possiamo trattare – si dice con rammarico – con chi chiede diritti compiendo atti illegali. La verità è che non ci può essere solidarietà verso chi rivela che dietro le apparenze della democrazia rappresentativa operano spietati rapporti di potere, che fanno pagare la crisi economica a chi non ne è responsabile.

A quarant’anni dalle rivolte nei campus statunitensi, che le hanno ispirate, le parole di Hannah Arendt conservano tutta la loro forza: “Strappare la maschera di ipocrisia con la quale l’avversario copre il suo volto, rivelare le manipolazioni che gli permettono di dominare senza utilizzare mezzi violenti, lanciarsi nell’azione a rischio di essere schiacciati per proclamare la verità: queste sono ancora oggi le motivazioni di chi protesta”. La storia si ripete e, come recita l’incipit di un grande libro, è una storia di lotta tra le classi. La politica alta ha il compito di orientare questa lotta verso una società più umana. La bassa politica si limita a denunciarla quando, dopo averla alimentata, non la può più ignorare.

Federico Oliveri

Ricercatore precario dell’Università di Pisa

[PISA] In sciopero della fame in difesa del diritto alla casa

Da sabato pomeriggio Selamet, uno di noi abitanti di via Marsala (la palazzina occupata da più di due mesi da otto famiglie), è sceso in sciopero della fame, un gesto di dignità, compiuto nella speranza di non ritrovarsi nuovamente in mezzo a una strada.

Questa persona, padre di famiglia di quattro figli e rifugiato politico, ha sempre lavorato onestamente per portare avanti la sua famiglia e pagare l’affitto, fino a quando non sono sorti dei gravissimi problemi di salute, che in breve tempo sono peggiorati, portandolo all’invalidità e all’impossibilità di lavorare. Conseguentemente, nell’assoluta indifferenza delle istituzioni a cui si è rivolto a più riprese, non è più riuscito a pagare un affitto ed ha ricevuto l’ingiunzione di sfratto.

La vicenda di Selamet è analoga a quella di tutte noi famiglie: per questo abbiamo deciso di occupare una palazzina di proprietà del più grande speculatore immobiliare di Pisa, Pampana, costruita da otto anni e mai abitata.

Adesso, dopo aver difeso un primo tentativo di sgombero la settimana scorsa rifiutandoci di uscire, sembra drammaticamente che diventi sempre più reale un nuovo sgombero che lascerebbe noi otto famiglie, con 17 bambini, senza alternativa in mezzo alla strada.

Vogliamo evidenziare le responsabilità del Comune di Pisa in questa vicenda. Innanzitutto, a livello generale, l’amministrazione locale è senza dubbio la principale colpevole dell’attuale situazione di emergenza abitativa in città, che non riguarda solo noi, ma le decine e decine di sfrattati e senza casa.

Nel caso specifico di via Marsala, però, il Comune ha colpe ben più gravi. Infatti dalla fine di aprile si è impegnato in una trattativa col proprietario dell’immobile che portasse ad una casa per noi otto famiglie, dove pagare un affitto in base al nostro reddito (senza quindi scavalcare nessuno nella graduatoria delle case popolari), non necessariamente in via Marsala. Per settimane il Comune ha imbrogliato le famiglie, rassicurandole sulla buona direzione che stava prendendo la trattativa, mentre invece si stava solamente accordando col proprietario per risolvere alcuni loro contenziosi sospesi, mettendo sul piatto della bilancia lo sfratto di noi famiglie.

Questo è risultato evidente quando, come un fulmine a

[PISA] Via Marsala, la lotta continua! Cariche dentro la Società della Salute

Due lunghe giornate di mobilitazione contro lo sgombero per le
famiglie di via Marsala: ieri presidio sotto il Consiglio provinciale e
contestazione al sindaco Filippeschi. Oggi presidio alla Società della
Salute con cariche delle forze dell’ordine.

Dopo il tentativo di sgombero fallito di martedì scorso, la rabbia delle
famiglie di via Marsala è scesa in piazza a denunciare la vergognosa
intesa tra un’amministrazione comunale incapace di rispondere con la
politica alle istanze sociali e il maggiore palazzinaro e speculatore
della città, che tiene in pugno il mercato degli affitti a Pisa.
Un’intesa trovata sulla pelle delle famiglie, che rivela chi gestisce
veramente questa città, chi manovra il potere reale alle spalle di
burattini senza consistenza.

Ma le famiglie di via Marsala, con una lotta portata avanti
quotidianamente da più di di due mesi, hanno dimostrato di non voler
fare un passo indietro di fronte alla minaccia della repressione,
andando letteralmente a “stanare” in questi giorni chi pensa di rimanere
nell’ombra mentre l’emergenza abitativa di otto famiglie viene gestita
con il manganello.

Ieri pomeriggio, mentre ancora si rincorrevano voci di un possibile
intervento della Regione e della Provincia per un blocco dell’esecuzione
dello sgombero, un partecipato presidio ha chiesto e ottenuto un
incontro con il presidente della Provincia, che si è detto disponibile a
contattare Prefetto e Comune per la convocazione del tavolo per
l’ordine pubblico e la sicurezza, unico organo con il potere di
sospendere l’esecuzione dello sgombero.

In serata, però, l’amministrazione comunale ha diffuso un comunicato
infamante, scritto sotto dettatura dell’ingegner Pampana e del suo
avvocato, in cui ha condannato duramente la scelta di illegalità degli
occupanti e ha addirittura messo in dubbio l’effettivo stato di
necessità delle famiglie. Con un clamoroso dietrofront rispetto alla
mozione del Consiglio Comunale che il 15 aprile aveva constatato lo
stato di emergenza abitativa dei nuclei e richiesto il ritiro del
provvedimento di sgombero, il Comune, ormai comprato da Pampana, ha
messo in atto un infame tentativo di delegittimazione degli occupanti.

Dopo un’assemblea pubblica con il quartiere, le famiglie, saputo che il
sindaco Filippeschi stava partecipando ad un dibattito pubblico in
città, hanno deciso di andare a incontrare il primo cittadino, che mai
in questi due mesi si è espresso sulla vicenda di via Marsala.

Di fronte a loro hanno trovato un personaggio meschino che, davanti a
otto famiglie che un’ordinanza di sgombero vorrebbe a breve senza casa,
non ha saputo far altro che scappare, facendosi largo a spintoni e
insulti: “Levatevi dai coglioni”, la frase dal maggior peso politico;
“La casa non è un diritto per tutti”, quella che meglio dimostra il
volto arrogante di chi, svendendo la città ai privati, è uno dei
maggiori responsabili dell’emergenza abitativa a Pisa. Davanti a questa
ennesima incapacità di confronto, le famiglie hanno salutato il sindaco
al grido “Vergogna!”.

Stamattina le famiglie e una cinquantina di solidali si sono dati
appuntamento alla Società della Salute, sede dei servizi sociali, per
chiedere un incontro con l’assessore alle politiche sociali Ciccone, per
avere risposte in merito al comunicato di ieri.

Ma invece dell’assessore si è presentata la Digos, con l’ordine di
allontanare il presidio che semplicemente attendeva un incontro
nell’atrio, senza l’interruzione di alcun servizio. Al legittimo rifiuto
di uscire da un luogo pubblico, non si sono fatte attendere alcune
pattuglie e una camionetta di forze dell’ordine che, incuranti della
composizione e dell’atteggiamento del presidio, al quale partecipavano
anche dei bambini, hanno cominciato a spintonare i partecipanti. Ne sono
scaturiti dei tafferugli durante i quali un occupante, con gravi
problemi di salute e con la figlia in braccio, ha avuto un malore dopo
essere stato violentemente spintonato. Mentre interveniva l’ambulanza,
sono state infine le stesse forze dell’ordine a interrompere i pubblici
servizi della Società della Salute, blindandone l’ingresso.

Nessun rappresentante delle istituzioni si è fatto vivo durante la
mattinata, che è stata l’ennesima dimostrazione della non volontà e
dell’incapacità di questo Pd, debole e colluso con interessi mafiosi, di
rispondere politicamente a chi reclama diritti. Lo dimostrano anche le
dichiarazioni che oggi, dai partiti di maggioranza ai sindacati
confederali, hanno espresso solidarietà al sindaco, condannando la
ricerca di un confronto da parte delle famiglie come un atto di violenza
e di intimidazione.

Di fronte questa strategia di non-gestione del conflitto sociale, le
famiglie, forti del sostegno di una larga parte della città,
continueranno a portare avanti la loro battaglia di dignità.

VIA MARSALA RESISTE!

 
Il video di Pisanotizie

[PISA] In via Marsala è il Giorno della Resistenza

Il quartiere di Riglione si è svegliato presto e rumorosamente questa mattina: sono le 8:45 e diverse camionette della polizia si avvicinano allo stabile di Via Marsala occupato il 13 marzo scorso da otto famiglie.


Appare già chiara la determinazione degli occupanti a resistere: ritmi che ricordano quelli No Tav di quest’inverno accolgono le forze dell’ordine.

Un centinaio di solidali è già accorso nel cortile dello stabile.

Oggi è un giorno vergognoso per le istituzioni della città di Pisa: dopo la farlocca presa di posizione del consiglio comunale del 15 aprile scorso, durante il quale, a seguito dell’occupazione della sala da parte di circa 150 persone, i consiglieri si sono espressi a favore del blocco dello sgombero e si sono fatti promotori della ricerca di possibili soluzioni alternative.

Le assessore al sociale e alle politiche abitative, in seguito, si sono proposte come mediatrici per una trattativa con la proprietà. Sul tavolo della trattativa non c’erano però solo gli interessi delle otto famiglie, ma l’intento del comune di utilizzare questa lotta per dare una concretezza a strumenti di mediazione abitativa che fin’ora non ha avuto la capacità di applicare.

L’attuale situazione, con un ingente spiegamento di forze dell’ordine e la volontà delle famiglie di resistere, non lascia spazio ad alcuna trattativa.

A Pisa oggi si palesa la fine della democrazia: la città è in mano agli speculatori, ai tanti Pampana, ai quali il comune ha deciso di stringere la mano usando come merce di scambio la vita di queste otto famiglie, 34 persone, 17 minori.

COMUNE VERGOGNA!PAMPANA VERGOGNA!
VIA MARSALA RESISTE!

Seguiranno aggiornamenti…

Appunti da via Marsala: dalle prime luci del mattino un ingente spiegamento di forze dell’ordine in Via Marsala, per sgomberare le otto famiglie in occupazione dal 13 marzo scorso.
Fin da subito sono apparse chiare le intenzioni della questura e quelle degli occupanti: da una parte fermezza nel voler liberare l’immobile, dall’altra determinazione alla resistenza.
Dopo i primi contatti con i questurini, la celere si è bardata e si è avvicinata all’immobile. A questo punto tutti i presenti in difesa della palazzina si sono incordonati e fronteggiati con le forze dell’ordine. Sulla Toscoromagnola sono stati lanciati dei copertoni dai manifestanti.
Nel frattempo forte era il sostegno di coloro che si trovavano all’interno dello stabile, alcuni dei quali sopra il tetto.
A questo punto le forze dell’ordine hanno indietreggiato. Intanto, oltre a mettere in campo una resistenza attiva, gli occupanti e i solidali hanno attivato diverse vie per portare avanti le loro ragioni.

Di seguito il report della mattinata:
[ore 10:00] Via Toscoromagnola bloccata dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. I tentativi di contattare il comune lo vedono latitante.

[10.15]Molti degli occupanti non possono essere trasferiti per problemi di salute, in arrivo un medico per le certificazioni.
Nel frattempo un esponente del Pd, abitante di Riglione, si è avvicinato allo stabile mostrando totale disinteresse ponendosi in continuità con l’atteggiamento dell’amministrazione comunale.

[11.30] Il Dott. Serravalle ha visitato alcuni degli occupanti certificando la loro intrasportabilità per gravi problemi di salute.
Intanto sul posto è giunto il magistrato Mantovani che ha condotto le indagini e firmato l’ordinanza di sgombero.
Nel frattempo pare che a livello regionale alcuni esponenti istituzionali si stiano muovendo per cercare una soluzione che non preveda l’entrata delle forze dell’ordine nello stabile. I tentativi di contattare il comune cadono ancora nel nulla: irreperibili tutte le segreterie e tutti gli assessori.
Cresce la rabbia degli occupanti sempre più determinati a difendere le proprie case.

[12:15] Mentre l’assessore alle politiche abitative Zambito conferma la sua infamia distaccandosi, in un’intrevista, da quanto sta accadendo in Via Marsala e sottolineando che il comune ha fatto quanto poteva, il presidente della Regione Toscana Rossi si sta mettendo in contatto con il prefetto: vista la determinazione di quanti sono presenti in via Marsala, per questioni di ordine pubblico, si tenta di trovare altre vie risolutive diverse da quelle dell’uso della forza.In prefettura è riunito in questo momento il tavolo per l’ordine pubblico e la sicurezza: a quanto pare nessuno si può più nascondere, è il momento delle prese di responsabilità, è il momento di additare i colpevoli di una situazione abitativa disastrosa in città.
Intanto gli occupanti e i solidali hanno lanciato un pranzo sulla Toscoromagnola per le 13:30, invitando tutti e tutte a partecipare, portando la propria attiva solidarietà alle otto famiglie.

[13:00] Si attende notizia di un possibile rinvio dello sgombero per gravi motivi sanitari e di ordine pubblico.
Nel frattempo sono molti gli abitanti del quartiere che si sono avvicinati e hanno portato la loro solidarietà agli abitanti di via Marsala.

[h 16] E’ lunga la giornata in via Marsala: continua l’assedio delle forze dell’ordine alla palazzina, continua la resistenza degli occupanti e dei solidali.
Diverse voci si sono rincorse durante la mattinata su un possibile rinvio dello sgombero…soltanto voci!
L’unica cosa certa è la determinazione delle otto famiglie, che come più volte avevano ripetuto nelle scorse settimane, non lasceranno le loro case.
Ad oggi questa posizione è ancora più chiara: non c’è più spazio per le prese in giro, le famiglie non si fanno intimidire dalle camionette e dai reparti antisommossa.
Via Marsala Resiste!Via Marsala non si tocca!

[h 17:30]
E mentre continua senza sosta la difesa delle case di via Marsala, una parte degli occupanti e dei compagni e delle compagne di Prendocasa si sono spostati a palazzo Gambacorti, sede del Comune, dove hanno chiesto con determinazione un incontro con la giunta che si stava riunendo in quel momento.
Dopo i primi minuti di nervosismo è avviato un incontro tra assessori e rappresentanti delle famiglie.
 
[h 22]Si avvia verso la conclusione questa lunga giornata di lotta. Dall’incontro con la giunta comunale non sono emerse proposte significative. Chiara l’intenzione di tutti gli esponenti delle istituzioni di lavarsi le mani dalla vicenda.
L’assessore alle politiche abitative Zambito ha negato tutto quanto assicurato alle famiglie nelle scorse settimane.
Se otto famiglie andranno per strada nessuno potrà dormire sonni tranquilli: assessore Zambito, assessore Ciccone, Sindaco Filippeschi, questura, prefettura e magistratura. Tutti complici nel mostrarsi forti con i deboli e deboli con i forti.
Per domattina previsto l’ennesimo incontro con le istituzioni e i servizi sociali. E nel frattempo intorno alla palazzina ancora puzza di sbirri.
Nessuna fiducia nelle istituzioni!Solo la lotta paga!


Solidarietà da PrendoCasa Torino: Resistere per esistere

 



abitare nella crisi: festa antifa

Abitare nella crisi: FESTA ANTIFA 2010 BOLOGNA
per un secondo incontro dei movimenti di lotta per la casa
SABATO 29 MAGGIO ORE 15.00
per info:3484871947
_______
festa antifa 2010
Bologna, 28 maggio - 
6 giugno 2010 Parco di viale Togliatti 
http://goo.gl/AXP4
Viale Togliatti, angolo Via Salvemini
http://wiki.fest-antifa.net/

video intervista alla Casa Popolare Dodi Maracino (Bologna)