(Bologna) occupazione sede provinciale di ENEL

Oggi (giovedì 17 giugno) gli Inquilini resistenti, sostenuti
da ASIA-USB e Bologna Prende Casa e 
hanno occupato gli uffici di Enel in via Darwin. É dall’ 11 di giugno
che le persone che abitano nello stabile di via Legnano sono senza energia
elettrica dopo che il comune ha chiuso la fornitura.

La richiesta degli Inquilini Resistenti è l’apertura di un
contratto, con lo scopo di avere accesso a un diritto fondamentale e di pagare
l’elettricità di cui hanno usufruito dal 25 aprile, giorno in cui è iniziata la
requisizione dello stabile vuoto.

Ancora una volta l’Amministrazione non ha voluto affrontare
il problema abitativo, non accettando la richiesta di incontro avanzata dagli
Inquilini per discutere della possibilità di riallacciare l’energia neanche
sotto la richiesta dei dirigenti di Enel.

Gli Inquilini Resistenti chiedono il rilancio dei beni
comuni e una politica che parli di diritto alla casa, al lavoro, al reddito.
Siamo in una città sorda di fronte alle migliaia di lavoratori in difficoltà, e
molto spesso questi problemi vengono affrontati solamente come questioni di
ordine pubblico. Gli inquilini della Casa Popolare Dodi Maracino continueranno
nei prossimi giorni a chiedere l’allaccio dell’energia e soluzioni per il
problema abitativo.

 

Gli inquilini resistenti della Casa Popolare Dodi Maracino

 

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BolognaPrendeCasa

http://bolognaprendecasa.noblogs.org/

[TORINO] Sabrina: un altro accesso rimandato…..uniti si vince!

Un
altro sfratto
bloccato, un altro risultato portato a casa grazie alla determinazione
di Sabrina e del Comitato di quartiere Vanchiglia che insieme al
Progetto PrendoCasa Torino e la Rete per il diritto alla casa hanno
bloccato l’ennesima prevaricazione di chi altrimenti avrebbe messo alla
porta una donna, madre di due figli.

Dalle
ore 07.00 si sono radunati una
cinquantina di persone, che sotto casa di Sabrina attendevano l’arrivo
dell’ufficiale giudiziario e del padrone di casa. In compenso erano
presenti le forze dell’ordine, che ultimamente sembrano essere
interessate a questo problema, volendo quasi intimorire chi di questo
problema se ne fa carico in tutto e per tutto.

Dai
vicini palazzi gli
inquilini incuriositi prendevano coscienza della situazione e
solidarizzavano con Sabrina, mentre i compagni, compagne e i genitori
del Comitato di quartiere Vanchiglia presidiavano e distribuivano
volantini.

All’arrivo
del furgone del  fabbro è stata
bloccata la strada di accesso al palazzo, facendogli capire che oltre
non sarebbe potuto andare!

Intorno
alle 10:30 si è  presentato
l’ufficiale giudiziario che ha constatato l’impossibilità
 dell’eventuale sgombero e in un primo accordo con la padrona di casa si
è arrivati ad un rinvio di un mese. Intanto – e non a caso! – sul posto
è arrivata l’ispettrice dei vigili urbani preposta alla stesura del
verbale  che dovrà essere visionato e validato dalla Commissione per
l’emergenza abitativa, affinché a Sabrina sia assegnata una casa
popolare.

Grazie anche al supporto degli avvocati dello Sportello Casa e
dopo un’estenuante trattativa con le parti in causa, questa giornata si
è conclusa con una vittoria ancora più incisiva: Sabrina e i suoi figli
rimarranno nella loro casa fino al 13 settembre – rinvio di tre mesi! –
ed entro una decina di giorni si avrà l’esito dalla Commissione per
l’emergenza abitativa.


Si
conclude in questo modo l’ennesima
giornata di lotta per la casa, una lotta che riaccende la speranza di
tutte quelle donne e uomini che si vedono, giorno dopo giorno, negare il
diritto ad un tetto.


CONTRO
GLI SFRATTI, PER IL DIRITTO ALLA
CASA!
 

 

Renzi e Filippeschi: la linea dura contro le occupazioni

Effetuato ieri mattina lo sgombero dell’ex-Meyer di Firenze, occupato da circa
due anni da un centinaio di migranti.

I vigili urbani si sono presentati presso l’ex-ospedale alle prime ore
del mattino. Le operazioni si sono svolte lentamente e
minuziosamente, in modo da poter arrivare al riconoscimento di tutti
coloro che sono presenti nello stabile.

Al momento sono in corso i primi colloqui con i servizi sociali, che
dovrebbero offrire soluzioni abitative alterantive, ma dal Movimento di
lotta per la casa fiorentino, fanno sapere che non tutte le proposte
sono accettabili, in quanto in molti casi si parla di divisione dei
nuclei familiari. Viene inoltre sottolineato che molti dei migranti sono
rifugiati politici.

La decisione di Palazzo Vecchio di effettuare questo sgombero, si
inserisce perfettamente in una linea dura che le amministrazioni PD
della Toscana hanno scelto in questi ultimi mesi.

Un asse PD che tratta il problema dell’emergenza abitativa come una
questione di ordine pubblico. Un PD che, tramite i suoi esponenti di
spicco, fa interrogazioni parlamentari nelle
quali si dipinge chi cerca di dare risposte effettive al problema casa,
come qualcuno che marcia sulle problematiche sociali, tentando di
consegnare le amminsitrazioni delle città al centro destra. Questi
stessi esponenti di spicco si espongono anche nel tentare di mettere a
tacere le voci dei "dissidenti interni".

Renzi, sindaco di Firenze, e Filippeschi, sindaco di Pisa, hanno scelto
la linea dura. Ma di fronte ad un’emergenza che è sempre più dilagante,
una linea dura, priva di contenuti e di soluzioni, quanto potrà andare
avanti? Basterà a Filippeschi aver stretto la mano a Maroni chiedendo
più forze dell’ordine in città?

 

Tutti sotto un tetto! Mobilitiamoci subito con Cosenza e Pisa per il diritto alla casa.

Tutti sotto un tetto! Mobilitiamoci subito con Cosenza e Pisa per il diritto alla casa.
15 06 2010

Ora sembra più che necessario dare continuità al lavoro iniziato a Firenze con “Abitare nella crisi”. Gli sgomberi prima a Pisa e poi a Cosenza ci dicono che dobbiamo muoverci e presto, per impedire nuove iniziative poliziesche e per chiedere una moratoria generalizzata degli sfratti e degli sgomberi, delle dismissioni e delle cartolarizzazioni.

Ciò che è accaduto nel giro di tre settimane in due luoghi diversi e distanti della penisola, usa lo stesso linguaggio che abbiamo visto allo Zen di Palermo o al quale assistiamo a Roma con migliaia di famiglie (30mila) a rischio perchè non in grado di opzionare l’alloggio messo in vendita. Ora anche coloro che vivono in alloggi del Demanio corrono lo stesso rischio, o comprano o vengono sfrattati, oltretutto anche Bologna rischia un imminente intervento contro l’ultima occupazione abitativa in piedi da più di un mese.

Migliaia di “occupanti senza titolo” stanno resistendo in varie forme dentro la crisi per mantenersi un alloggio, un tetto. Per non perdere la dignità.

Migranti, studenti, precari, nuclei monoreddito, anziani, lavoratori dipendenti e partite iva, popolo invisibile e sommerso, con un futuro assolutamente e drammaticamente compromesso, provano ad organizzarsi dal basso per far valere i propri diritti, sottrarre alla rendita e alla speculazione edifici e aree non utilizzate, impedire un consumo di suolo insensato e inutile, contrastare piani edilizi e urbanistici finalizzati a far sopravvivere costruttori e banche, promuovere la difesa dei beni comuni e del ruolo pubblico nell’edilizia residenziale.

Reclamiamo in questo tempo di crisi economica sempre più profonda, dunque, un piano straordinario di edilizia residenziale pubblica, ripartiamo dall’attacco che ci stanno portando e rispondiamo autoconvocandoci a Roma per sabato 3 luglio per una riunione di “Abitare nella crisi” che prepari il terreno ad una nuova e più forte mobilitazione generale in autunno: una giornata di sciopero e di lotta generalizzata per il diritto all’abitare e al reddito, una giornata della rabbia e della ribellione precaria.

Proponiamo anche una prima risposta agli sgomberi con un’iniziativa nazionale decentrata con data da decidere che da Pisa a Cosenza, da Palermo ad Alessandria a Roma, mandi un segnale forte al governo e alle prefetture.

Roma, 7 giugno 2010   Movimenti per il diritto all’abitare

Blocchi Precari Metropolitani, Coordinamento cittadino di lotta per la casa

I nostri diritti più alti dei vostri grattacieli


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roma, 11 giugno. Questa mattina movimenti e comitati si sono rimessi in cammino intervenendo con una colorita manifestazione ad un convegno della Festa dell’Architettura in corso al MACRO. L’ennesimo convegno, per discutere il futuro di Roma. Per dare logica e lustro alle mirabilianti uscite del Sindaco di Roma (”Basta con il tabu dei grattacieli”) e soprattutto ai suoi desideri ormai non più tanto nascosti: servire ancora una volta Roma su un piatto d’argento al gran banchetto della rendita e della speculazione; s-vendere la città e le sue risorse nel grande circo globale: la Fiera del cemento è ripartita. Dove sono finiti i reali problemi della città e delle periferie? Come decidere come e cosa realizzare? Ma soprattutto: per chi?Per questo comitati e movimenti questa mattina si sono rimessi in cammino per dire ad architetti ed urbanisti che non si può essere complici di nuovi scempi, né nascondersi dietro dorate conferenze.

[PISA] Video dello sgombero delle tende e del successivo presidio al Comune

Video dell’Associazione Aut Aut sullo sgombero della tendopoli in Largo Ciro Menotti

[PISA] Sgomberata la tendopoli

Questa mattina intorno alle 7 i vigili urbani di Pisa, protetti da
circa 50 uomini in antisommossa, hanno sgomberato le tende delle
famiglie di via Marsala.

E ancora una volta ci si sveglia presto a Pisa, le forze dell’ordine non
accennano a stancarsi: intorno alla 7 di questa mattina sono state
rimosse le tende che da ormai 10 giorni erano la casa delle famiglie
sgomberate da via Marsala il 26 maggio scorso.

I vigili urbani, protetti dai cordoni di polizia e carabinieri in
antisommossa hanno letteralmente distrutto le tende di Largo Ciro
Menotti ammassandole su un furgone: Un’azione violenta quella di
stamattina, durante la quale ancora una volta le istituzioni sono state
latitanti.

Brevi momenti di tensione si sono registrati al momento della partenza
del furgone, quando la polizia ha spintonato i solidali che nel
frattempo si erano raccolti.

Di nuovo ripristinata la legalità: il sindaco Filippeschi, in nome della
sicurezza e del decoro, gestisce come sempre un problema sociale come
una questione di ordine pubblico.
Intanto per mercoledì si appresta a stringere la mano a Maroni. Verrà
infatti, firmato il "patto per Pisa sicura", che garantirà alla città
più fondi per le telecamere e più uomini delle forze dell’ordine.

In questo momento, come previsto da giorni, è in corso la "commissione
per l’emergenza abitativa", durante la quale dovrebbe essere discussa
anche la situazione delle otto famiglie di via Marsala.
Nel frattempo gli ex-occupanti, i compagni e le compagne del Progetto
Prendocasa, i tanti solidali, si trovano in presidio davanti a Palazzo
gambacorti, sede del Comune.

Otto famiglie "di nuovo buttate in mezzo alla strada": questa è
legalità? Una domanda alla quale le Istituzioni e la città tutta, non
possono più sottrarsi.

[PISA] La battaglia di Selamet

05/06/2010

 

Stamattina Ozdemir Selamet, ex-occupante di via Marsala in sciopero
della fame da 14 giorni, ha avuto un malore ed è stato ricoverato
all’ospedale Santa Chiara, dove sono stati effettuati controlli medici.

In queste settimane la lotta di Selamet, portata avanti non solo per sé,
ma per tutte le famiglie sgomberate dalla palazzina di via Marsala, ha
raccolto il sostegno di moltissime persone, come dimostrano le duemila
firme raccolte alla tendopoli di Largo Ciro Menotti.

Migliaia di persone che hanno parlato con Selamet e con i solidali e
hanno compreso le ragioni della sua lotta: una battaglia di dignità per
il diritto alla casa.

Ma la stessa sensibilità dimostrata dalla città non è stata dimostrata
dalle istituzioni cittadine che non solo hanno ignorato il suo sciopero,
ma addirittura lo hanno etichettato come “atteggiamento non
collaborativo”.

Selamet oggi sospenderà lo sciopero, per rispetto verso di sé e verso la
sua famiglia di 6 persone: ancora una volta le famiglie di via Marsala
dimostrano quel senso di responsabilità che le istituzioni preposte
alla salute e al benessere dei cittadini sembrano aver dimenticato.

Le famiglie di via Marsala ancora attendono una risposta: come hanno
sempre affermato non hanno intenzione di scavalcare graduatorie o
sottrarre diritti ad altri. A sottrarre diritti sono coloro che tengono
le abitazioni colpevolmente sfitte; a negare diritti sono coloro che non
sanno dare risposte all’emergenza abitativa di centinaia di famiglie in
questa città.

[COSENZA] Sgomberato viale Trieste

Sgomberata nel pomeriggio di venerdì la palazzina di viale Trieste a
Cosenza, occupata l’otto maggio scorso da precari, studenti e famiglie.
Trattenuti in questura fino in tarda serata 16 degli occupanti.

L’operazione della questura è avvenuta intorno alle 14:15: in viale
Trieste si sono presentati circa 150 uomini delle forze dell’ordine in
tenuta antisommossa insieme ai vigili del fuoco. E’ stato sfondata la
porta d’ingresso, le persone che si trovavano all’interno dell’edificio
sono state rinchiuse in una stanza per il riconoscimento e in seguito
parte degli occupanti è stata portata in questura.

Il comunicato degli occupanti:

Ancora una volta in questa città si rivendicano diritti e la risposta
che arriva è solo quella degli apparati repressivi. Abbiamo chiesto più
volte l’intervento del comune e della prefettura ma al loro posto
rispondono la procura e la questura effettuando uno sgombero con un
impiego di uomini e mezzi degni di un’operazione antimafia. 16 uomini e
donne sono stati portati in questura come dei criminali e trattenuti
fino a tarda sera per allungare l’elenco degli indagati. Ancora una
volta la digos di Cosenza mette in piedi teoremi fantasiosi che cercano
di dividere in buoni e cattivi i componenti dei comitati che portano
avanti battaglie sociali, che cercano di indicare "i soliti attivisti"
come fomentatori dei bisognosi ed è cosi che nel mucchio vengono
inseriti anche coloro che sono venuti a portare la loro solidarietà alla
lotta.

Ma il comitato Prendocasa è uno e compatto, composto da famiglie,
precari e studenti italiani e migranti che liberamente rivendicano il
diritto ad una casa e che da ieri procura e questura hanno lasciato per
strada. Siamo determinati a portare avanti la lotta nonostante
l’inchiesta in atto. Non abbiamo paura perchè stiamo lottando per un
diritto garantito dalla Costituzione ma negato da leggi astratte e
anacronistiche che, ad esempio, vincolano l’accesso dei migranti ai
bandi previo contratto di lavoro regolare ignorando che la maggior parte
viene sfruttata a nero, non abbiamo paura perchè siamo ben consapevoli
che nessuno darà risposte ai nostri bisogni se non la nostra
autodeterminazione.

La classe politica di questa città continua a strumentalizzare i bisogni
della gente per mantenere il proprio potere e a negare l’esistenza di
un’emergenza sociale che necessiterebbe di impegno concreto e non delle
solite chiacchiere e promesse pre-elettorali. D’altro canto procura e
questura si sono rivelate ancora una volta il braccio armato delle lobby
di potere, prima fra tutte quella bancaria, responsabile principale
dell’attuale crisi.

Inoltre, riteniamo scandaloso che gli organi inquirenti perdano tempo ad
indagare sulle lotte sociali anziché sulla gestione del piano
urbanistico, delle politiche abitative e sulle numerose illegalità che
attraversano questa città. In tutto questo il palazzo sgomberato, che
aveva ridato speranza e dignità a decine di uomini, donne e qualche
bambino, rimarrà vuoto per altri dieci anni durante i quali la Bnp
Paribas continuerà a speculare e ad alimentare quel mercato immobiliare
virtuale che, oltre ad arricchire qualcuno ci regalerà ulteriori colate
di cemento (oltre agli attuali 400 metri cubi pro-capite).



Prendocasa Cosenza –
Comitato di lotta per la casa



Bologna, l’occupazione di via legnano

In merito alle nuove richieste del PD di Bologna di sgomberare l’edificio occupato dagli inquilini resistenti a Bologna

La requisizione dello stabile di via Legnano

La crisi provoca: disoccupazione, precarietà, emergenza abitativa.
La crisi viene fatta pagare ai lavoratori, mentre banche e speculatori continuano a fare profitti.
La politica assiste muta a tutto questo, o addirittura è complice di questa situazione.
Migliaia sono oggi a Bologna le famiglie che subiscono l’emergenza abitativa schiacciate da affitti e mutui impossibili, e da una cronica mancanza di case popolari. Oggi nella sola Bologna ci sono 3000 sfratti per morosità. Il tanto sbandierato blocco degli sfratti siglato poche settimane fa in realtà non è altro che un’operazione di immagine che al massimo potrà garantire ai proprietari privati degli incassi. E’ per questo che decine di famiglie hanno deciso di requisire le ex-scuole Mazzini, ribattezzate “casa popolare Dodi Maracino”. Oggi si parla tanto di democrazia e legalità. Per noi legalità è il diritto all’istruzione, alla sanità pubblica, alla casa, al lavoro. Vogliono criminalizzare chi resiste, chi cerca di organizzarsi per ottenere diritti, o più semplicemente chi subisce la precarietà sociale.
Lasciare uno stabile vuoto per tre anni è la vera illegalità, requisirlo e darlo alla collettività è un atto per il quartiere e non contro di esso.

Contro la precarietà sociale
Blocco degli sfratti
Più case popolari

Gli inquilini resistenti della Casa popolare Dodi Maracino

ASIA-USB
BolognaPrendeCasa
http://bolognaprendecasa.noblogs.org/