26/03/2010
Una giornata all’insegna della lotta per il diritto
alla
casa quella di oggi, che ha visto il Progetto Prendocasa impegnato sin
dalla
mattina nella difesa di uno sfratto da una casa popolare e un pomeriggio
di
lotta al fianco del Comitato contro lo sgombero delle ex-Stallette. A
Pisa l’emergenza
abitativa si combatte con l’autorganizzazione.
Stamattina un inquilino delle case popolari di Piazzale
Venezia avrebbe dovuto lasciare la propria casa, perché moroso nei
confronti
del Comune. Dopo circa vent’anni di occupazione e numerosi lavori
sostenuti a
proprie spese, l’inquilino è stato invitato a pagare un’indennità di
occupazione in tempi brevissimi, sotto la minaccia di uno sfratto, che
puntualmente è arrivato quando non è riuscito a rispettare i termini.
Al paradosso di istituzioni che, in una città ad alta
emergenza abitativa, fanno cassa sui bisogni delle persone, il Progetto
Prendocasa ha risposto con l’ennesimo picchetto antisfratto che ha
ottenuto il
primo successo della giornata: sfratto rimandato e accettazione da parte
del
Comune delle richieste dell’inquilino.
Nel pomeriggio la mobilitazione è proseguita con un presidio
del comitato contro lo sgombero delle ex-Stallette, uno stabile occupato
da una
cinquantina d’anni da dieci famiglie, alle quali è stato intimato lo
sgombero
per far posto al multimilionario progetto di riqualificazione urbana
Piuss,
senza che sia stata offerta alcuna alternativa abitativa alle famiglie.
La loro casa infatti può valere oggi un mucchio di
quattrini, che l’amministrazione è decisa ad incassare per poter
proseguire
nella costruzione di una città-facciata, anche a costo di calpestare i
diritti
dei suoi cittadini.
Si è costituito quindi un comitato contro lo sgombero delle
ex-Stallette, composto dalle famiglie e da solidali, fra cui anche il
Progetto
Prendocasa. Questo pomeriggio il comitato ha organizzato un
volantinaggio sotto
il Comune che si è trasformato in una occupazione della sala del
consiglio
comunale, dove è stato chiesto e ottenuto un incontro con l’assessore
alla casa
Ylenia Zambito.
Dall’incontro è emersa la determinazione delle famiglie a
non abbandonare le proprie case, e l’indisponibilità ad accettare
soluzioni provvisorie
o differenziate che escluderebbero alcuni inquilini a vantaggio di
altri.
La giornata di oggi è il primo passo di una lotta che si
preannuncia lunga, una lotta che può essere vinta solo con
l’autorganizzazione e
la partecipazione militante.
Pubblichiamo
di seguito il volantino distribuito oggi al presidio contro lo sgombero
delle ex-Stallette.
TUTTI
FUORI! LARGO AL PIUSS
Nessuna
prospettiva per le 10 famiglie che risiedono da quasi 50 anni in via
Nicola
Pisano 15 nella zona conosciuta come “Ex-stallette”, corte adiacente
alle mura
che costeggiano la Cittadella, un tempo
stalle per gli animali che venivano poi portati ai macelli, poco
distanti.
Nell’immediato dopoguerra il Comune affidò le chiavi delle
“Ex-stallette” agli sfollati della zona di Via delle Belle Torri, che
avevano
perso la casa durante i bombardamenti, affinché lì potessero trovarvi
una prima
sistemazione, benché di condizioni piuttosto precarie, che negli anni
gli
abitanti hanno trasformato in case più che dignitose.
A sentir le loro storie non si può fare a meno di chiedersi come mai,
in tutti questi anni, il Comune abbia deciso di dimenticarsi di loro.
Sono
passati i decenni, e nel corso del tempo i padri hanno lasciato le case
ai
figli che hanno modificato, migliorato, aggiustato qua e là gli edifici
vecchi
e in origine poco accoglienti, arrivando a spendere anche 80.000 euro
per
rendere la loro abitazione vivibile e confortevole. Le amministrazioni
si sono succedute senza formalizzare mai il rapporto
di locazione che di fatto intercorre da oltre mezzo secolo rinviando la
risoluzione del problema “Ex-stallette” a chi avrebbe occupato in
seguito le
poltrone della giunta comunale.
Intorno
al 1995 il Comune dette le chiavi e una
regolare residenza all’ ultimo nucleo
familiare e nonostante
gli alloggi fossero faticenti il Comune,
tramite la S.E.P.I., esigeva il pagamento regolare di un’ indennità di
occupazione costituita da cifre che variavano dai 150 ai 300 euro. Ora
il
canone è stato aumentato, ed è stato chiesto il pagamento degli
arretrati a
partire dal gennaio 2009.
Ma
i problemi per queste famiglie non finiscono qui. Sono in atto, infatti,
una
serie di cause con il Comune dovute ad una bolletta dell’acqua che
risale a
circa 5 anni fa. In quell’occasione, i tecnici del Comune verificarono
che le
tubature erano vecchie e che c’erano state perdite tali da far lievitare
i
consumi fino a 100.000 euro. Cosa ha
fatto il Comune? Ha inviato un’ingiunzione di pagamento ad ogni nucleo
familiare dividendo in parti uguali e senza tener conto dei reali
consumi!
Oggi
la loro storia è diventa cronaca, perché dopo
la terza ordinanza di sgombero ricevuta, l’attuale assessore alle
Politiche
Abitative Ylenia Zambito, ha pubblicamente intimato di liberare l’area
entro la
fine di marzo. Il motivo di tanta urgenza, dopo oltre 50 anni di rinvii e
silenzi, è l’avvio dei lavori di “recupero” relativi al progetto PIUSS.
Esiste un modo per uscire da questa
situazione?
Per la Giunta Comunale l’unica soluzione
sembra essere l’uso della forza per garantire lo sgombero dell’area e
poter
così accedere ai milioni di euro che il Comune otterrebbe per la
realizzazione
del progetto PIUSS. Soluzione resa
esplicita dalle parole di un assessore facente parte del partito che ora
compone l’amministrazione comunale che all’ultimo incontro con gli
inquilini ha
detto con un bel sorriso: “Se non uscite vi faremo
cacciare dalla
polizia…e ne manderemo anche tanta!”
Gli
abitanti delle “Ex-stallette”, un pezzo di storia di Pisa forse scomodo,
un
nervo scoperto per tutte le amministrazioni comunali, dopo essere stati
ignorati per decenni, aver sentito la “vicinanza” del comune solo quando
ha
preteso soldi o peggio quando intimava sgomberi, si trovano ora ad
essere al
centro dell’attenzione perché la loro casa oggi può valere un mucchio di
quattrini che l’amministrazione è decisa ad incassare per poter
proseguire
nella realizzazione della sua Città-Facciata, anche a costo di
calpestare i
diritti dei suoi cittadini, diritti che gli inquilini delle
“Ex-stallette”,
riuniti in un “Comitato contro lo sgombero” che raccoglie anche numerose
persone solidali, si sono guadagnati in anni di sacrifici e di lavoro e
che ha
reso a tutti gli effetti quel luogo, ignorato dalle istituzioni, LA LORO
CASA.
Siamo
disposti anche ad andare a vivere sotto le Logge dei Banchi con letti e
fornelli per chiedere ad alta voce:
VOGLIAMO
UNA SOLUZIONE, NON UNO SGOMBERO! NON VOGLIAMO PIU’ ESSERE POLVERE DA
NASCONDERE
SOTTO IL TAPPETO!
Comitato
contro lo sgombero delle “Ex-stallette”