Presenti oltre l’on. Mantovani e il suo staff, l’ufficio legislativo e quello tecnico (con delega alla casa) del ministero delle Infrastrutture, per il ministero delle Finanze il direttore generale Graziosi, l’assessore alla casa del Comune di Roma Antoniozzi, i movimenti per il diritto all’abitare di Roma, i comitati degli inquilini Enasarco e Cassa Ragionieri, l’AS.I.A/USB.
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Nell’introduzione abbiamo ribadito la richiesta di moratoria e di risorse certe orientate sull’edilizia residenziale pubblica sovvenzionata, criticando il “piano casa” centrato sull’housing sociale e sottolineando il rischio che gli enti locali senza finanziamenti pubblici scelgano in maniera definitiva di essere subordinati ai privati e siano disposti a monetizzare suolo pubblico attraverso facilitazioni procedurali e fiscali.
Abbiamo chiesto con forza la convocazione di un tavolo con i ministeri delle Finanze, Infrastrutture e Welfare, gli enti locali, l’Anci e i movimenti.
Abbiamo provato a proporre anche un protocollo di lavoro che contestualmente alla moratoria avviasse un percorso di ridefinizione del ruolo pubblico nelle politiche abitative nazionali, con particolare riguardo alla situazione romana, considerata da tutti esplosiva.
Anche l’assessore romano alla Casa Antoniozzi ha sostenuto le nostre tesi evocando l’immagine del diavolo e dell’acqua santa che dicono la stessa cosa (chiaramente lui si considera l’acqua santa). Dicendo questo ha chiesto di fermare il treno prima che la situazione diventi insostenibile anche dal punto di vista dell’ordine pubblico e ha chiarito quale strada l’amministrazione prenderà in mancanza di un serio intervento del governo.
Ha parlato di utilizzazione fondiaria e di leva urbanistica per fare cassa con i consueti premi di cubatura per i soliti noti. Come dire se non arrivano soldi dal ministero bisogna procurarseli da chi ce li ha e chiaramente questo non sarà gratuito in termini di consumo di suolo pubblico.
In merito alle vicende degli enti privatizzati si è detto più che preoccupato anche per la fine dei 9 anni di tregua per gli inquilini delle precedenti cartolarizzazioni, che si andranno ad aggiungere a coloro che oggi sono alle prese con le dismissioni e il caro affitti. L’assessore ha chiesto esplicitamente al governo di convocare gli enti in questione, ricordando quanto si siano avvantaggiati dell’aiuto pubblico.
Nel suo intervento il sottosegretario Mantovani, spesso interrotto da nostre considerazioni, ha raccontato dell’incontro svoltosi nella mattinata con la conferenza delle regioni e ha provato a sottrarsi dalle sue responsabilità evocando il titolo V che assegna alle Regioni la titolarità degli interventi in base alle norme del federalismo fiscale.
Ha dovuto riconoscere la totale mancanza dell’ERP con appena 2000 alloggi costruiti negli ultimi anni e la priorità che bisogna dare ad un rilancio delle politiche della casa. Questo non è facile, a suo dire, perché il piano economico è drammatico e Tremonti ha tagliato in maniera orizzontale le risorse. Ci ha parlato di un finanziamento di un miliardo e mezzo di euro alle regioni (consegnato negli ultimi anni), con una tranche arrivata da poco di 370 milioni. Qui abbiamo chiesto quanti soldi sono arrivati nel Lazio e si sono impegnati la prossima settimana a darci il quadro nazionale regione per regione; abbiamo inoltre sottolineato che il problema è che quei soldi non sono stati vincolati alla sovvenzionata e che le regioni li hanno nella maggior parte spesi con altri contestabili criteri (nel Lazio solo edilizia convenzionata).
Un’altra indicazione che non ha funzionato è la vendita degli alloggi popolari. L’indicazione del governo era di vendere 1 milione di alloggi e questo non è avvenuto con sua somma delusione, perché ritiene che conviene regalarle queste case invece che continuare ad accollarsi la manutenzione. Una visione discutibile che la dice lunga sull’idea di conservazione del patrimonio pubblico di questo governo.
In maniera netta l’on. Mantovani ha riconosciuto che l’housing sociale non è una risposta alle necessità legittime che noi solleviamo ed è per questo che il governo ci ha messo solo 140 milioni di euro lasciando poi al mercato e ai gestori del fondo “investire per abitare”, capitanato dalla Cassa depositi e prestiti, la definizione dei criteri e dei meccanismi di accesso. Come dire quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto ora ci pensino le regioni e i comuni a trovare la sintonia con il fondo e con i privati. È chiaro che ciò che ci viene detto conferma le nostre critiche più feroci verso questa ipotesi.
Sulla moratoria si è espresso in maniera possibilista sugli enti mentre decisamente cauto si è dimostrato verso gli sfratti per morosità avanzati dai privati. Sul controllo delle operazioni di dismissione ha ribadito la volontà del governo di non firmare alcun decreto che consenta di agire liberamente, diversamente da quanto auspicato dagli enti e dai fondi che stanno vendendo i propri alloggi a prezzo di mercato, come Enasarco.
Mantovani ci ha oltretutto detto che stanno lavorando alla modifica della 431/98 e che sarebbe disponibile (non solo su questo ma su tutte le questioni) ad incontrare e ad aprire una interlocuzione con i movimenti.
Il giudizio sull’incontro complessivamente è positivo per quanto riguarda l’attenzione verso l’inquilinato degli enti (dove potrebbero arrivare anche dei risultati), e sulla questione “housing – ERP” nel senso che sembrano soffrire l’incapacità dell’housing di dare una risposta ai settori sociali colpiti dalla crisi.
Resta lontana invece l’idea di una nuova stagione di investimenti sull’edilizia pubblica, neanche nei termini di un PIANO STRAORDINARIO.
Siamo riusciti ad imporre un passaggio importante ma è chiaro che la strada è ancora lunga per i movimenti e deve avere assolutamente un volto nazionale. Solo Roma al momento si sta misurando sul piano generale mentre le altre vertenze hanno soprattutto un carattere locale. Molto importante potrebbe essere su questo terreno anche la mobilitazione prevista per l’ultima settimana di ottobre. Si percepisce che è il momento della spallata, ma va costruita.
Mettiamoci in Movimento
Movimenti per il Diritto all’Abitare Roma
Roma, 8 ottobre 2010