DIFENDIAMO IL NOSTRO REDDITO: STOP AI PROFITTI SU ACQUA ED ENERGIA

Questa mattina i movimenti per il diritto all’abitare hanno occupato la sede centrale di ACEA e manifestato contemporaneamente sotto l’assessorato al Patrimonio e alla Casa del comune di Roma per chiedere un tavolo sulle tariffe di acqua ed energia. Sono migliaia, infatti, le persone che rischiano il distacco delle utenze o il pignoramento della busta paga per l’aumento delle tariffe. Ribadendo che l’acqua e l’energia, così come la casa, non possono essere considerati merce di scambio, i movimenti rivendicano una tariffazione sociale per le utenze.

La mobilitazione ha strappato un tavolo con Acea e con l’assessore Funari, che si terrà giovedì 25 ottobre alle ore 15 presso l’assessorato alla Casa e che vedrà presenti il dott. Lazzari, responsabile sui distacchi, e i responsabili di Acea Energia e dell’ATO deputato all’erogazione idrica.

L’Acea si è intanto impegnata a sospendere eventuali interventi coatti, ma per affrontare il tema delle tariffe sarà fondamentale il ruolo dell’amministrazione comunale, dell’assessorato alla casa e dei servizi sociali nel predisporre strumenti di tutela verso chi sta pagando la crisi in un paese in cui non esiste un welfare di cittadinanza.

Continuiamo a rimanere mobilitati e già dal 20 di ottobre in occasione della giornata contro gli sfratti, i pignoramenti e gli sgomberi lanciata dalla rete Abitare nella Crisi torneremo a manifestare in città per ribadire che il patrimonio pubblico così come il suolo sono beni comuni e vanno difesi dalla speculazione.

—-

DIFENDERE I DIRITTI, I BENI COMUNI E IL PROPRIO REDDITO NON E’ UN FURTO!

La crisi sta mettendo in difficoltà migliaia di persone. Per arrivare alla fine del mese si deve riuscire a pagare l’affitto o il mutuo, le tariffe per l’energia elettrica e per l’acqua, la tassa sui rifiuti, i ticket per le visite sanitarie, la scuola e il trasporto pubblico, il cibo. E non ci si riesce più!

L’emergenza abitativa è composta da uomini e donne che non riescono a pagare l’affitto o il mutuo e rischiano sfratti e pignoramenti. Spesso si deve scegliere tra pagare il canone e la bolletta dell’Acea, tra l’iscrizione a scuola e le cure per i denti o le analisi mediche, tra il mutuo e la tessera dell’autobus. Con conseguenze tremende, perché si rischia lo sfratto se si diventa morosi o le ingiunzioni di pagamento se non si riesce a saldare un debito. Le cartelle esattoriali di Equitalia e della Gerit ci perseguitano ovunque.

In questa realtà che riguarda tantissime persone, molte si sono organizzate e hanno risolto le proprie necessità occupando stabili vuoti oppure autoriducendosi affitti e tariffe. Facendo questo si va incontro a distacchi e minacce di riduzione o taglio dell’erogazione, risolvendo così questioni di ordine sociale con la mano dura dell’operaio che taglia la luce o l’acqua e con l’ufficiale giudiziario accompagnato dalla forza pubblica che esegue lo sfratto, oppure con il pignoramento dello stipendio o della casa se non si riesce a pagare il mutuo. Così non si può andare avanti.

Riteniamo che sia l’Acea che l’amministrazione comunale debbano affrontare la situazione salvaguardando coloro che sono in difficoltà e trovando le soluzioni necessarie senza usare metodi coercitivi o vessatori. Soprattutto quando assistiamo ogni giorno ad episodi di corruzione e malaffare che coinvolgono le pubbliche amministrazioni e le società che erogano servizi.

Acea Energia, per esempio, ha dato vita ad una macrostruttura per gestire il sistema operativo spendendo 46 milioni di euro completamente delegata a consulenze esterne, e per garantire queste operazioni deve garantirsi le entrate anche vendendo le fatture insolute alle società di recupero crediti. Per non parlare di ciò che è accaduto in Comune o alla Regione Lazio.

L’iniziativa di oggi che contemporaneamente coinvolge Acea e Assessorato alla Casa del Comune di Roma intende sollevare, collegandole tra loro, due questioni: il diritto alla casa e le tariffe sui cosiddetti beni comuni, energia elettrica e acqua. Soprattutto in tempo di crisi e con l’inverno alle porte. Chiediamo un tavolo con l’amministratore delegato e con il direttore generale di Acea spa, con la presenza dell’assessore alla casa del Comune di Roma e dei servizi sociali dell’amministrazione capitolina, nonché del sindaco di questa città.

Questo per discutere di servizi essenziali e di diritti che oggi rischiano di essere usati per ripianare casse esauste sia dell’amministrazione che della società stessa. La vendita di quote di Acea, il disconoscimento dell’esito referendario e la messa in vendita del patrimonio pubblico per salvare bilanci in rosso sono operazioni che vanno respinte. Bisogna che amministratori pubblici rivestano il ruolo che gli compete e si girino verso chi ha bisogno e chi è in difficoltà, smettendo di pensare alle banche creditrici, alle proprie filiere di partito, ai propri amici e ai propri parenti.

Non lasceremo questi luoghi fino a quando non sarà chiaro ogni singolo passaggio teso a salvaguardare i beni comuni, i redditi delle persone e i diritti degli abitanti di questa città.

  • FERMIAMO GLI AUMENTI E CHIEDIAMO LA TARIFFAZIONE SOCIALE

  • STOP ALLE INGIUNZIONI DI PAGAMENTO E AI PIGNORAMENTI

  • LA CASA, L’ACQUA, LA LUCE, IL SUOLO E IL PATRIMONIO PUBBLICO NON SONO MERCE DI SCAMBIO

Movimenti per il diritto all’abitare

http://stefanomontesi.photoshelter.com/gallery/Movimenti-per-il-diritto-allabitare-occupano-la-sede-dellACEA/G0000PBgOuHTxlBI/

http://www.eidonpress.com/shoot/show/id/41388